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C’era una volta Firenze, una città stravolta con progetti vecchi di 20 anni Tramvia e TAV, Esposto all’Unesco per la perdità di identità

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La desolazione in via dello Statuto dopo il taglio dei lecci
La desolazione in via dello Statuto dopo il taglio dei lecci

La scorsa settimana alcuni di loro fra i quali Roberto Budini Gattai, lo storico Franco Cardini e l’archeologa Lucia Lepore hanno inviato un sos al quartier generale dell’Unesco di Parigi.  Una iniziativa che dovrà far parlare a lungo non solo la città e l’Europa ma anche l’America molto sensibile alle fantasie dei nostro amministratori che fanno di tutto per stravolger un patrimonio che hanno ereditato. “Non è merito nostro per aver ereditato una delle città più belle al mondo” –  ha detto recentemente durante una conferenza stampa la vicesindaco Giachi parlando dei monumenti e del valore artistico di Firenze. Una città che avrà perso la propria identità. E’ vero. Ma come la lasceranno?   I  primi segnali sono certamente negativi.

UNESCO Non c’è solo la Tramvia da mettere all’ordine del giorno dell’Unesco ma anche il tunnel sotterraneo che stravolgerà la città in modo non visibile ai più ma che lascerà ai posteri una Firenze irriconoscibile con palazzi a rischio, con dei treni al posto di una tramvia è stato fatto a Ginevra e Zurigo (per esempio),  con una stazione inutile nata dalla volontà di fare fatturato. Per questo è stato interessato l’Unesco per valutare se Firenze è degna di essere ancora considerata una città, nonostante tutti i propri valori, degna di far parte della famiglia dell’Unesco

Intanto si è distrutta l’immagine della città con l’abbattimento degli alberi in via dello Statuto

“Stiamo perdendo l’identità della nostra città – afferma Giovanna Del Buono – con l’abbattimento dei lecci in via dello Statuto. Il decreto presidenziale del 25 maggio 1955 ha introdotto la tutela paesaggistica sulla fascia destra e sinistra dei viali, incluso viale Strozzi». Dentro la «fascia di tutela» estesa per circa 500 metri rientrano anche via dello Statuto e le rampe del Romito. «Nelle intenzioni del legislatore c’era l’idea di tutelare l’opera urbanistica pensata dal Poggi che poi si è tradotta in un quartiere di impianto novecentesco e di forte importanza storica, incluso l’aspetto paesaggistico di cui gli alberi che oggi non ci sono più fanno parte”.

“Durante il taglio ci siamo sentiti violentati – affermano negozianti e residenti – lo spettacolo che si vede oggi lungo questa via è desolante». Per il coordinamento  20 gennaio è iniziato il lungo iter dell’accesso agli atti con l’obiettivo di realizzare un «libro bianco» sulle due linee del ferro e vigilare su costi e lavori in corso.

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