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Inchiesta QuadraTutti assolti per “prescrizione”

admin
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DA REPUBBLICA FIRENZE

La prescrizione ha cancellato tutte le condanne per i reati scoperti nel corso dell’inchiesta sulla Quadra Progetti dai pm Leopoldo De Gregorio e Giuseppina Mione e dalla polizia stradale e municipale. L’urbanistica ruggente che predicava la densificazione urbana ha lasciato diffuse ferite nel tessuto cittadino e una scia di favori e di comportamenti illeciti, ma nessuno pagherà pegno perché i reati sono prescritti. Prescritte le corruzioni, i peculati, i falsi, le truffe, gli abusi d’ufficio e gli abusi edilizi. Lo ha stabilito la corte di appello che ha chiuso il processo sulla società di progettazione Quadra, un tempo sulla cresta dell’onda, dichiarando prescritti i reati per i quali in primo grado erano stati condannati 18 imputati. Prescrizione anche per il geometra del Comune Emanuele Crocetti, che vi aveva espressamente rinunciato. Unico assolto nel merito, l’architetto Massimo Bianchi. Prescritte anche le accuse più gravi, che erano costate in primo grado la condanna a 5 anni degli ex geometri comunali Bruno Ciolli e Giovanni Benedetti, a 4 anni e mezzo dell’architetto Riccardo Bartoloni, già presidente del suo ordine professionale, a 3 anni e 9 mesi del geometra Alberto Formigli, già capogruppo del Pd in Consiglio comunale, a 4 anni del geometra Alberto Vinattieri. E con loro beneficiano della prescrizione (oltre al geometra Crocetti che vi aveva rinunciato) gli imprenditori Mario Margheri, Lorenzo Giudici, Luca Pecorini, Marco e Poalo Perugi, Francesco Bini, e poi professionisti e dipendenti comunali come Arianna Bargioni, Barbara Campaioli, Carla Oretta Casucci, Massimo Guidi, Chiara Pesavento e l’ex consigliere comunale Salvatore Scino (Pd).
Bartoloni, Formigli e Vinattieri sono i fondatori della Quadra Progetti, grande protagonista della stagione della densificazione urbana, quando in ogni cortile sorgeva un edificio residenziale al posto di vecchie officine, con aumento di superfici e di volumi. Quella stagione, che coincide più o meno con gli anni della giunta Domenici (1999-2009), ha visto anche l’approvazione in consiglio comunale, con il voto del capogruppo Formigli, di varianti urbanistiche di interesse per la Quadra, come quella in via del Podestà, dove in una zona bellissima e paesisticamente vincolata sono sorte villette a schiera, e quella del Ferrale, dove in area destinata a verde è sorto il centro di rottamazione poi finito in un’inchiesta per danni ambientali. Nella sentenza pronunciata quasi tre anni fa, il 18 novembre 2013, il tribunale scrisse che l’urbanistica, in quegli anni, aveva assunto un volto nuovo, «come se si trattasse – nelle mani dei professionisti, degli imprenditori e dei pubblici funzionari imputati nel processo – di uno strumento funzionale al massimo sfruttamento della capacità edificatoria di un territorio, peraltro ormai saturo, e non, al contrario, di uno strumento di tutela del territorio stesso».
La corte di appello ha respinto il ricorso dei pm Leopoldo De Gregorio e Giuseppina Mione che sollecitavano il riconoscimento dell’esistenza di una associazione a delinquere, ma non sembra aver avuto dubbi sui numerosi illeciti puniti dalla sentenza di primo grado, tanto è vero che ha condannato 15 dei 18 imputati a pagare le spese processuali sostenute dal Comune di Firenze, che era parte civile, e l’architetto Bartoloni a saldare le spese dell’Ordine degli Architetti, che si era costituito contro di lui. E quattro società – la M&M Casa, la Edificatrice Immobiliare Toscana, la San Lorenzo e Le Quinte sono state condannate a pene pecuniarie (seppure ridotte rispetto al primo grado).

La prescrizione, però, è una sorta di “bomba liberi tutti”, perché determina anche la revoca delle pene accessorie, come l’interdizione dai pubblici uffici e dalla professione e il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione. E questo vale sia per i professionisti che per gli imprenditori condannati in primo grado, che grazie alla prescrizione possono lavorare con la pubblica amministrazione.

E’ stato inoltre disposto il dissequestro di uno dei palazzi costruiti con il sistema dell’urbanistica del “come se”, quello all’interno di un cortile in viale Corsica 27.

Commentando la sentenza, l’avvocato Pier Matteo Lucibello, difensore dei tre fondatori della Quadra Bartoloni, Formigli e Vinattieri, ha parlato di «esito malinconico, da viale del tramonto: per tutti e in generale per la giustizia».

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