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Infermieri: «Avviare percorsi e verifiche sull’idoneità psicologica dei professionisti sanitari»

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«Avviare dei percorsi ad hoc in grado di stabilire e verificare l’idoneità psicologica e la capacità di affrontare lo stress dei professionisti del settore sanitario». A lanciare l’appello è Danilo Massai, presidente del Collegio Ipasvi di Firenze, ente nato per tutelare i cittadini e rappresentare i professionisti del settore (infermieri, assistenti sanitari e vigilatrici d’infanzia). La richiesta arriva, in particolare, a seguito dei tanti casi di presunti maltrattamenti in strutture di accoglienza, case di riposo e ospedali che sono stati oggetto di indagini e di denunce sui media negli ultimi mesi.
«Lanciamo un richiamo e un appello alle strutture formative, alla Regione e alle aziende perché siano avviati – continua Massai – nuovi percorsi di monitoraggio e verifica. Attualmente infatti abbiamo armi spuntate: oggi si diventa infermieri attraverso un percorso formativo che, giustamente, non può escludere alcun soggetto. Ma quando si passa dallo studio teorico al tirocinio pratico, dovrebbe scattare una verifica, per capire le capacità di ogni professionista d’interagire con gli altri, per coglierne problemi e criticità. Oggi questo non è possibile, né avviene qualcosa del genere al momento dell’assunzione in una struttura. Nessuno misura le capacità psichiche dell’infermiere che, in tutto il suo percorso professionale, viene considerato più come “risorsa economica” all’interno di un sistema assistenziale che come “capitale umano” in una rete fatta anche di delicate relazioni e interazioni. Ci si dimentica spesso che siamo davanti a un lavoro faticoso, usurante, che mette a dura prova la capacità di reggere a stress fisici ed emotivi. In altri Paesi ogni struttura ha un suo psicologo che si interfaccia automaticamente con i singoli infermieri, individuando il disagio e spesso prevenendolo. In Italia, non solo non si valutano i professionisti all’inizio del loro percorso lavorativo, ma si lasciano anche da soli successivamente. Chi può accorgersi se una situazione degenera? Chi verifica se una persona perde la lucidità per stress professionali o motivi personali? Come Collegio siamo pronti a lavorare insieme alle strutture e alle istituzioni per aprire un percorso nuovo che aiuti a trovare insieme una soluzione».

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