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Harris Bar Firenze compie 65 anni ma li porta molto bene

Redazione
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di Elisabetta Failla

HARRY'S BAR 65 ANNI (2)Harry’s Bar Firenze compie 65 anni ma non li dimostra. Stile inconfondibile, qualità di livello internazionale nella declinazione della più classica semplicità, ma eseguita alla perfezione. Un menu di piatti e di cocktail che in questi anni è rimasto inossidabile accanto a nuove proposte che tuttavia non hanno mai risentito di mode. Accogliente,

Ed è giusto per festeggiare questo compleanno che la famiglia Bechi, proprietaria del locale, ha voluto offrire alla propria clientela non tanto un nuovo ambiente quanto un ambiente nuovo. Perché mantiene tutto il carattere di questo luogo fiorentino ma con un concetto ed un valore più moderno ed attuale, più in linea con alcune esigenze di privacy.

Al piano superiore, con una elegante apertura a vetri comandata da un meccanismo a codice, si accede alla Luxury Lounge. Una sala omologa a quella del piano inferiore con 5 finestre panoramiche sul lungarno ed un banco bar che porta un tema nuovo, quello di Simonetta Vespucci, la nobildonna italiana, tra le più note del rinascimento, amata, fra gli altri, da Botticelli che ne fece la sua musa, rendendola eterna nei suoi più famosi dipinti. Ed è proprio lo sfondo di questi dipinti, costituito da piante di arancio, che ha ispirato l’avvocato Antonio Bechi, al HARRY'S BAR 65 ANNI (6)timone dell’Harry’s, nel creare lo sfondo che caratterizza questo ambiente.

Negli anni Sessanta e Settanta, quando Firenze era ancora una meta da red carpet, e quella che allora si chiamava “jet society” scendeva di preferenza al Grand Hotel o all’Excelsior in piazza Ognissanti, a questi tavoli sedevano Richard Burton in compagnia di Liz Taylor, Greta Garbo che, già anziana arrivava con i bodyguard. Margaux Hemingway, attrice, nipote del grande Ernest, volle “battezzare” il suo personale sgabello al bar. Si fece portare una bottiglia di champagne, staccò l’etichetta e l’attaccò sotto lo sgabello. Dov’è ancora. E Robin Williams che una volta si versò il vino sulla camicia: il personale gli fornì una maglietta del locale, e con quella lui girò tutto il giorno per Firenze. E come non ricordare Franco Zeffirelli, Paul Newman, il ferrarista Jean Alesi, sir Roger Moore che fu 007 e lo scultore Fernando Botero.

Nacque così l’unico Harry’s Bar al mondo che discende direttamente da quello di Venezia, esclusi ovviamente quelli fondati dalla famiglia Cipriani. E l’unico che abbia avuto un gemello, identico in tutto e per tutto.

Da gustare i piatti che hanno reso celebre il locale: la famosa tartare di manzo, in carta con la specifica “manzo nazionale Igp”, da sempre battuta e condita al tavolo davanti al cliente, i tagliolini gratinati al Parmigiano con prosciutto, gli spaghettini di grano duro “la Sergio”, le code di gamberi o il pollo al curry aromatico con riso pilaf e mango chutney, ma anche l’insalata di pollo, l’hamburger, il piatto di milanesine, il club sandwich, perfino la purée di spinaci

HARRY'S BAR 65 ANNI (5)Da non trascurare, ovviamente, il bar, regno del bar tendere Thomas Martini, che è luogo non soltanto di drink ma soprattutto di atmosfera, dove si socializza. E questo è lo stile Harry’s Bar. Niente indulgenze al “famolo strano” che oggi impazza in tanti bar alla moda: i “must” sono sempre il Bellini, il Martini, il Negroni, e c’è grande richiesta di Manhattan, di Old Fashioned, di Bullshot. Non manca comunque qualche innovazione: coppe e versatori, come il mug per il Moscow Mule o la doppia coppa in metallo del Martini. O ancora i Gin Tonic aromatizzati, i prodotti toscani, tra vodka e gin, gli sciroppi alla rosa, alla frutta. Insomma, qualità nel classico. Harry’s Bar, what else.

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