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L’elisir di lunga vita? Si chiama prevenzione ed è gratis ma …. gli anziani lo sanno?

Redazione
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La prevenzione e i vaccini non vanno in vacanza, soprattutto se riguarda gli anziani. In primo luogo, perché le coperture vaccinali tardano a decollare. Ma anche perché sono in molti ad ignorare l’esistenza di immunizzazioni utili per questa fascia d’età, che garantirebbero una vita attiva e in salute più a lungo.

Ampliare le opportunità di prevenzione in regime di gratuità non basta, occorre superare disinformazione e pregiudizi diffusi, come testimoniano le risposte dei cittadini in giro per l’Italia, raccolte in un video da Italia Longeva.

Questi i temi al centro dell’incontro “La longevità si conquista. Il contributo della prevenzione per la salute dell’anziano”, che si è svolto ieri a Firenze su iniziativa di Italia Longeva, la Rete del Ministero della Salute sull’invecchiamento e la longevità attiva, con il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Firenze e delle Società scientifiche di riferimento.

Continua a prevalere la convinzione che la vaccinazione sia ‘una cosa da bambini’, trascurandone i benefici per gli anziani, più esposti al rischio che le malattie infettive colpiscano con maggiore pericolosità – spiega Paolo Bonanni, professore di Igiene all’Università degli Studi di Firenze – Lo dimostrano – continua – gli oltre 8 mila decessi che si verificano ogni anno in Italia a causa dell’influenza, ma anche i crescenti ricoveri per le complicanze di polmonite pneumococcica e fuoco di Sant’Antonio, quest’ultimo associato, nel 15-20% dei casi, a una condizione molto dolorosa e invalidante che è la nevralgia post-erpetica. Abbiamo a disposizione una risposta semplice ed efficace per evitare le morti, che per il 90% riguardano i soggetti anziani, e ridurre i costi sociali e sanitari delle malattie infettive vaccino-prevenibili, ma serve maggior consapevolezza da parte dei cittadini su quanto sia importante vaccinarsi certamente a partire dai 65 anni, ma possibilmente anche prima, dai 50 anni, quando le patologie croniche e la diminuzione delle funzioni del sistema immunitario iniziano a rendere più vulnerabili alle malattie infettive”.

In Toscana, negli ultimi sei anni, la popolazione anziana è aumentata dell’1%, per un totale di quasi un 1 milione di ultra 65enni, vale a dire 1 abitante su 4 secondo il report della Regione Toscana del 2016 “La popolazione toscana”.

Oltre al vaccino antinfluenzale, la Regione nel 2017 ha ampliato le opportunità di prevenzione con l’introduzione, in regime di gratuità per i 65enni, del vaccino contro il fuoco di Sant’Antonio che si va ad aggiungere a quello contro la polmonite pneumococcica, disponibile già da tre anni, ma con tassi di copertura che non superano il 10%.

“L’introduzione della vaccinazione pneumococcica e, più di recente, di quella anti-zoster, completano l’offerta vaccinale per l’anziano e confermano l’attenzione delle istituzioni sanitarie regionali verso le politiche di immunizzazione dell’adulto”, dichiara Emanuela Balocchini, responsabile del Settore Prevenzione, Direzione Generale della per i Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale, Regione Toscana. “Nella scorsa stagione influenzale – prosegue – la Regione ha messo a disposizione maggiori risorse, economiche e di personale, e messo in campo una forte azione di sensibilizzazione per rilanciare l’adesione alla vaccinazione. La sfida per la sanità toscana è portare i tassi di copertura, oggi del 55,3%, quanto più vicino alla soglia raccomandata del 75%, prima di tutto per la tutela della salute di tutti i cittadini, ma anche per contenere la spesa sanitaria dovuta alla mancata vaccinazione”.

In virtù del rapporto di fiducia e comunicazione diretta con i propri assistiti, la medicina generale gioca un ruolo informativo di primo piano ed è chiamata a mettere i cittadini nella condizione di sapere per decidere”, afferma Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG). “Con specifico riferimento alla vaccinazione anti-zoster, ultima ad essere inserita nel calendario di immunizzazione regionale, il medico di famiglia si candida sicuramente a proseguire quella che è già un’opera di coinvolgimento per le altre vaccinazioni, rassicurando sulla sicurezza del vaccino e promuovendone i benefici di salute per la popolazione anziana”, aggiunge Cricelli.

“Chi si vaccina corre il rischio di campare a lungo e meglio”, conclude Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva, ricordando che l’aumento della vita media deve essere affiancato da un miglioramento della qualità di vita.  “Inoltre, contribuisce a mantenere in salute il servizio sanitario di un Paese vecchio quale è l’Italia. Un motivo in più per i decisori regionali per promuovere l’accesso alle molteplici opportunità di prevenzione a disposizione dell’anziano, ma anche un motivo in più per i cittadini per vaccinarsi e far vaccinare i propri cari”.

 

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