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‘Lettere senza confini’, sei mamme raccontano come cercano di superare il dolore della perdita del proprio figlio

Redazione
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di Elisabetta Failla

La perdita di una persona cara provoca sempre un dolore molto forte. Ma la perdita di un figlio è un dolore terribile, inconcepibile perché non rientra nel cosiddetto “ordine delle cose” a cui siamo abituati a pensare. Se riusciamo in qualche modo a farci una ragione del fatto che i genitori prima o poi se ne andranno prima di noi per questioni di età, per un figlio no. Le regole mentali con cui siamo cresciuti non valgono più. Talvolta si brancola nel buio, si entra in un tunnel da cui è difficile uscirne per ritrovare la luce

Per un genitore sopravvivere alla scomparsa di un figlio è difficilissimo. Soprattutto per una madre, non ce ne vogliano i padri, perché è come se il cordone ombelicale si strappasse improvvisamente provocando un dolore fisico, psicologico e affettivo difficile da raccontare ma soprattutto da vivere. Un “qualcosa” che non ti abbandonerà mai più, che si annida dentro, silenzioso e sordo, ma pronto a riaffacciarsi con un nonnulla riaprendo una ferita che solo superficialmente si è rimarginata.

Non esistono ricette infallibili per guarire. Nessuno ci insegna ad elaborare un lutto così immenso e non naturale. Ma alcune mamme hanno provato a raccontare il loro percorso per dare un senso alla loro vita stravolta da un fatto così tragico. La loro esperienza è stata raccolta in un libro – Lettere senza confini (ADV Editore di Firenze) – che verrà presentato oggi, giovedì 13 dicembre, presso lo Studio C della Sede Regionale Rai Toscana di Firenze.

Sei mamme provenienti da Firenze, Mantova e Rieti scrivono ai propri figli come è cambiata la loro vita. Barbara, Giovanna, Laura, Paola, Stefania ed ancora Stefania ricordano i figli scomparsi a causa di incidenti stradali, femminicidio, terremoto ma anche un bambino mai nato, con lettere a loro indirizzate, raccontando quanto hanno costruito con coraggio e in loro memoria. Hanno percorso una nuova strada che le ha portate a dare vita a progetti che li ricordano con iniziative nelle scuole, con i giovani, nelle palestre, con corse, concorsi letterari e convegni sulla donazione degli organi.

Il libro è curato da Gaia Simonetti, giornalista fiorentina con un presente come addetto stampa Lega Pro. “Da un dolore immenso possono nascere piccoli nuovi mondi e si possono trovare nuove spalle per sorreggere il peso – spiega Gaia Simonetti, autrice del libro – ma è anche un messaggio di speranza per tutti coloro che hanno vissuto e vivono questa tragedia. Sono lettere che non guardano al passato ma la futuro perché i loro figli continuano a vivere tramite le loro azioni e il loro nuovo percorso di vita”.

Ogni mamma ha scritto la propria lettera e ognuna di esse contiene alcune parole chiave: dono, ovvero i figli che sono il dono più grande che la vita possa dare; vita, intesa come il nuovo percorso per superare il dolore, e onorare la memoria dei propri figli facendoli conoscere attraverso delle iniziative.

Ragazzi di ogni età che sono presenti nel libro con i propri pensieri perché alla fine di ogni lettera viene riportato alcuni brevi stralci di conversazioni con i propri genitori dove si ritrova anche il loro attaccamento ai valori e ai principi della famiglia. Chiacchere che potrebbero sembrare normali e, forse, banali nella vita quotidiana ma che adesso assumono importanza aiutando il lettore a conoscere meglio questi sei figli.

Non solo. Parte dei proventi del libro saranno destinati donare due borse di studio a due studenti di Amatrice. Un progetto di solidarietà in collaborazione con l’organizzazione no profit ADRA Italia.

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