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Operazione CantaNapoli, 34 provvedimenti per spaccio di stupefacenti

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Giuseppe Creazzo, Procuratore della Repubblica di Firenze
Giuseppe Creazzo, Procuratore della Repubblica di Firenze

A partire dalle prime ore dell’alba, 120 militari del Comando Provinciale di Firenze, coadiuvati da quelli di Prato, Siena, Pistoia e del Nucleo Cinofilo di Firenze, stanno dando esecuzione  a 34 provvedimenti cautelari emessi nei confronti di soggetti dimoranti nelle province di Firenze e Prato, 17 dei quali destinatari di provvedimenti restrittivi della detenzione in carcere e degli arresti domiciliari. Nello stesso procedimento sono state deferite in stato di libertà ulteriori 21 persone. Per tutti il reato contestato è quello di cui all’art. 73 D.P.R. 309/90 (detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina ed hashish).
I provvedimenti, comunicati in una conferenza stampa dal Procuratore Creazzo e dal comandante provinciale dei Carabinieri Taurelli Salimbeni,  sono stati emessi dal Gip presso il Tribunale di Firenze, Dr. Angelo Pezzuti, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Firenze, Dr. Luigi Bocciolini, nei confronti di un sodalizio dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare eroina, cocaina ed hashish ed operante principalmente nelle province di Firenze e Prato.
L’attività investigativa, intrapresa e portata avanti dai militari della Tenenza di Pontassieve, ha avuto inizio nell’ottobre 2011 e si è protratta per tutto il 2012. Nel corso delle indagini sono state tratte in arresto complessivamente 27 persone colte in flagrante commissione di spaccio di sostanze stupefacenti, 4 delle quali anche per furto di materiale di alta tecnologia di proprietà di una società telefonica (per la quale lavorava uno degli arrestati), del valore di euro 50.000, e sequestrate dosi per complessivi  100 g. di cocaina, 30 g. di eroina, 108 capsule di efedrina e 300 g. di hashish.
Le indagini, condotte anche mediante ausili tecnici, hanno permesso di svelare una fiorente attività di spaccio, ed in particolare di quella cosiddetta di “strada”. Partendo da controlli effettuati sui luoghi di aggregazione frequentati dai giovani della Valdisieve e dai tossicodipendenti della giurisdizione, si sono individuati quelli che erano i loro canali di approvvigionamento, inizialmente a livello locale e, nel proseguo delle indagini, anche dei loro rifornitori che venivano individuati principalmente in Firenze, Campi Bisenzio, Montemurlo ed in Prato, luoghi ove operava il gruppo principale, composto da maghrebini tutti con numerosi precedenti penali specifici. Nel corso delle investigazioni sono stati raccolti elementi e riscontri su oltre un migliaio di episodi di cessione di droga. In molti casi è emerso come molti degli acquirenti utilizzassero parte delle dosi che acquistavano per la loro successiva attività di spacciatori che effettuavano in più ristretti ambiti, per area e conoscenze.
L’attività investigativa ha permesso di accertare una fiorente attività di spaccio al dettaglio tanto che, in molti casi, per alcuni degli acquirenti sono stati ricostruiti acquisti, a singole dosi, anche di 70 grammi di cocaina nell’arco di un mese o raggiunto debiti, per le forniture di droga, anche nell’ordine di 24.000 euro, tutti con lo stesso spacciatore.
Le tecniche utilizzate per sviare le indagini sono state le più svariate: un maghrebino utilizzava la moglie per farsi accompagnare ad effettuare le consegne, così da dare meno nell’occhio; un altro gruppo di spacciatori era solito appartarsi in parchi o giardini per effettuare le consegne, disponendosi preventivamente a controllo delle vie d’accesso per verificare l’eventuale arrivo o presenza delle Forze dell’Ordine; anche i clienti stessi erano a conoscenza di tali accorgimenti per cui provvedevano ad allertarli telefonicamente circa la presenza dei Carabiniere nei pressi del luogo fissato per la cessione. In quest’ultimo caso gli spacciatori, per ringraziamento, regalavano la dose di stupefacente a ricompensa del servizio reso e per il momentaneo scampato arresto.
L’attività prende il nome dalla particolarità di uno dei primi indagati che era solito cantare a piena voce canzoni partenopee, con le quali “deliziava” i Carabinieri di Pontassieve nel corso dei servizi di pedinamento.
Firenze, 21 luglio 2014
 

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