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Programma Ambiente Apuane, comportamento trasparente e valori tutti entro le norme

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Con riferimento a quanto apparso sulla stampa il 21 maggio us il Consiglio di Amministrazione di Programma Ambiente Apuane, dichiara quanto segue:

Il comportamento di Programma Ambiente Apuane, nell’ultimo anno è sempre stato improntato al massimo della trasparenza. Vale ricordare l’open day del maggio 2016, dove sono state aperte le porte a chiunque volesse visitare l’impianto e dove è stato risposto a tutte le domande, nessuna esclusa. Gli interventi da parte di personale tecnico e amministrativo agli eventi organizzati sia dal comitato contro la discarica sia dal Comune di Montignoso (consiglio comunale aperto) dove è stata rimarcata la totale disponibilità, nel rispetto della sicurezza, a visite da parte di popolazione e autorità. Di tale disponibilità, hanno usufruito una delegazione della Lega Nord, che ha fatto un sopralluogo nell’estate scorsa e il Comune di Pietrasanta che ha compiuto due bliz in discarica con pubblicazione sul profilo Facebook del Comune stesso e del vicesindaco Daniele Mazzoni degli esiti delle visite.

Inoltre, vale la pena ricordare l’adozione da parte di PAA di un codice etico di trasparenza e di anticorruzione. 

Relativamente al presunto mancato rispetto della prescrizione inerente il rapporto 30/70, vista la validità dell’AIA, letta la suddetta prescrizione, (di seguito riportata), vista l’assenza di alcuna indicazione temporale in merito, si evince che la suddetta prescrizione si deve intendere da rispettare alla conclusione dei 10 anni di validità dell’AIA stessa.

I valori di amianto in fibre libere, rilevate da ARPAT con tecnica SAM, risultano pari a 0,1 fibre per litro di aria, nella zona adiacente l’area di scarico, e pari a inferiore a 0,1 fibre per litro nelle aree uffici e pesa.

Tali limiti sono:

  1. inferiori di 10 volte i limiti “indicati da OMS sull’esposizione per l’intera vita della popolazione”;
  2. inferiori di 1.000 volte il valore limite previsto per l’esposizione dei lavoratori alle fibre di amianto, riportato all’art. 254 del D. Lgs. 81/08, (indicato in 0,1 ff/centimetro cubo di aria come media su un tempo di 8 ore),
  3. inferiori di 500 volte il limite previsto come soglia di allarme nelle aree circostanti i cantieri di bonifica,
  4. inferiori di 20 volte il limite da non superare per la restituibilità dei cantieri di bonifica di amianto.

Si rileva peraltro che la presenza di fibre di amianto sia riconducibile alle operazioni di scarico è solo presunta: a puro titolo esemplificativo e non esaustivo, si fa presente che la presenza in zona di fabbricati con coperture in cemento amianto, il traffico dell’Aurelia, possibili interventi di rimozione di MCA da parte di personale non qualificato, gli eventi atmosferici possono essere responsabili di quell’infinitesimale presenza di amianto aereo disperso. È falso quanto affermato circa la pericolosità degli ambienti di lavoro, visto che la presenza di amianto aereodisperso è inferiore di 10 volte i limiti indicati da OMS sull’esposizione per l’intera vita della popolazione.

Inoltre, risulta risibile l’affermazione circa i quantitativi indicati da ARPATed espressi in Tons e quelli indicati dalle provincie sulle AIA, espresse in mc. Trattasi di unità di misura standard, riconosciute a livello internazionale, non suscettibili di interpretazione e comunque non riconducibili ad una nostra condotta impropria. In sede di MUD (denuncia annuale) i quantitativi sono espressi ai sensi della Legge, in modo chiaro, esauriente e non suscettibile di interpretazione.

Negli articoli si evidenza la presenza di triclorometano nei piezometri 5 e 10.  Difatto, il PZ 10 presenta una concentrazione di 0,44 microgrammi/litro (milionesimi di grammo/litro di acqua di falda), ed essendo a monte della discarica risulta evidente che la sua presenza non possa essere riconducibile all’attività della discarica.  Mentre il PZ5 è sulla stessa falda e a valle del PZ10, ed è evidente che se un contaminante è presente a monte, non può essere assente a valle.

Esaustivo, infine, risulta il lavoro di monitoraggio Monitoraggio dei Corpi Idrici Sotterranei  – Risultati 2012 – Rete di Monitoraggio acque sotterranee DLgs 152/06 e DLgs 30/09 e DM 260/10, facilmente reperibile sul WEB (www.arpat.toscana.it/documentazione/report/acque-sotterranee…/pubblicazione), dove ARPAT stessa già nel 2012 indicava “Rispetto agli anni precedenti è indicata di possibile origine naturale una nuova sostanza di natura organica e rappresentata dal triclorometano (cloroformio). La sostanza analizzata con gli opportuni limiti di quantificazione soltanto a partire dallo scorso anno è stata più volte, infatti, riscontrata con concentrazioni pur limitate ma eccedenti il VS di 0,15 µg/L ed in situazioni remote che portano ragionevolmente ad escludere contributi antropici. Biancardi et altiri (2009) hanno riportato, a tal proposito, condizioni di fondo naturale di cloroformio dovuto ai processi di degradazione della sostanza organica fino a concentrazioni prossime a 0,7 µg/L”.

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