Home CRONACA Renzi: niente dimissioni,anche questa volta ha smentito se stesso.Tremano i figli adottivi

Renzi: niente dimissioni,anche questa volta ha smentito se stesso.Tremano i figli adottivi

admin
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Chi si aspettava le dimissioni di Renzi a questa che è stata definita la ‘direzione fine del mondo’ del PD, è rimasto deluso. E va detto che solo un ingenuo poteva aspirare a tanto. Renzi le dimissioni le ha sempre promesse. Serissimo. Alzando sempre gli occhi al cielo come a chiamare a testimone le superbe creature. Ma non ha mai rispettato promesse alle quali non solo non  credeva ma neppure pensava. E così è stato anche questa volta. In fondo pensiamoci bene, in Italia le dimissioni sono cosa rara. Chi si è seduto su una sedia del potere, una qualsiasi, non la molla. O lo cacciano a pedate nel sedere o ci sta a vita. E così sia.

Quella di lunedì scorso più che una direzione del Pd è stata una seduta psicanalitica che il segretario  si è benignamente concesso. Ha parlato di se stesso, in modo positivo, quasi con amore,  ( messi da parte tutti i mea culpa del dopo referendum) e ha elencato le colpe altrui, cioè dei Ds: banche – fin dai tempi della rovinosa operazione della banca 121, origine del tracollo di MPS – rapporti con l’Europa, drammi  vari  su piattaforme varie – dall’Ilva alla perdita delle grandi industrie, incapacità politica, insensibilità verso la gente, cioè il Paese, cattiverie della stampa e della TV – che per tutto il suo mandato lo hanno servito nel modo più servile mai visto -, e dei blogghisti che pretendono di dire la loro a modo loro.

L’assemblea, molto composita perché lui, il segretario ha invitato chi pareva a lui – come ha spiegato Emiliani – senza consultare nessuno, ha ascoltato in silenzio. L’unico che a discorso chiuso se n’é andato, credo sdegnato di tanta sfacciataggine, è stato il ministro del tesoro Padoan.

Conclusione? E chi lo sa. A forza di dire tutto e il contrario di tutto, di fare tre passi avanti e dodici indietro, Renzi ha più volte smentito se stesso e ora si è espresso per un allontanamento della data del congresso del partito e del voto degli italiani, altri che ne volevano invece l’allontanento ora hanno fretta. Chi gridava no, all’accordo coi 5 stelle ora tace, e finisce per non sollevare più nemmeno il problema di accordi con Berlusconi ai quali Renzi, fatti i suoi conti, anelava. Tutto questo vale, ovviamente soprattutto per il voto delle politche, non solo per le manovre sottobanco all’interno del Pd. Manovre che non son affatto di poco conto. Il pupillo Franceschini punta a far fuori, in un prossimo futuro il premier  Gentiloni, ma non è il solo: i figli adottivi di Renzi che se lui non fosse esistito sarebbero stati al massimo impiegati del Catasto, scalpitano alla ricerca di premierati: fedelissimi come la Boschi, plurimiracolata, e come Del Rio che si trova sempre più in difficoltà con l’attuale gestione politica sono entrati nella resistenza. Altri fedelisssimi reggono: ma è come nella commedia dell’arte: aspettano il deus ex machina che ridistribuisca le carte. Poi tutti contro tutti. Figuriamoci, c’è già un vento di fronda che cerca di portare ossigeno a D’alema, il quale a sua volta riguarda a Prodi ( da lui fatto fuori dal governo e sostituito maramaldamente anni fa) come possibile alleato. Poi Rossi, Emiliani, e tanti altri che lo hanno retto a suo tempo.

E intanto l’Italia somiglia sempre più alla Grecia. Le unche a salvarsi saranno le banche. Coi soldi che gli italiani non hanno quasi più.     

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