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Strage di pecore alle porte della città. Sbranato anche il cane pastore del Caucaso. Cresce la paura per la presenza di branchi di lupi aggressivi

admin
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Una vera e propria strage in quel paradiso che è la campagna senese alle porte del Chianti. Una trentina di pecore morte nel campo, trovate questa mattina da Sara Moscadelli Sanna, allevatrice, titolare col marito dell’azienda agricola La Magione e che ha in gestione anche l’azienda Il Castello, proprio di fronte al Molino di Quercegrossa (Monteriggioni, Siena). Siamo a neanche cento metri di distanza, in linea d’aria, dal centro abitato. E la paura che i lupi si avvicinino sempre di più e che invece delle pecore possano aggredire le persone, si fa alta.

Trenta le pecore, di queste otto i montoni. E anche il cane, un bellissimo esemplare di pastore del Caucaso è stato sgozzato. Gli animali sono stati aggrediti da un branco di lupi verosimilmente ibridi – stante le diverse segnalazioni avvenute in tempi recenti nella zona – e questa mattina giacevano morti a qualche metro di distanza l’uno dall’altro, sviscerati, sgozzati, solo due quelli completamente mangiati.

“Un dramma per un’azienda che sta perdendo lavoro, il proprio reddito. Sono anni che succedono questa cose nella provincia. Noi denunciamo da tempo ma nessuno si muove realmente. Vanno chiamati gli animalisti per verificare la morte di questi animali, pecore e cani. Sono animali anche questi, no? Oltretutto alle porte del centro abitato, proprio come i cinghiali. Col rischio che un giorno si debba piangere l’aggressione agli uomini. Qui non si tratta semplicemente di parlare della posizione di Coldiretti che è chiara a tutti. Qui siamo di fronte a un danno enorme, forse e chissà quando arriveranno dei rimborsi dallo Stato ma sono utili fino a un certo punto perché intanto per questa azienda oltre al danno c’è anche la beffa: migliaia e migliaia di euro compresi i costi di smaltimento delle carcasse. La realtà comunque è che i pastori non possono continuare a subire questa situazione. Giusto che intervengano le forze dell’ordine o la Procura. E questo noi lo offriamo sull’altare di chi ancora sta ragionando sulla biodiversità e se il lupo serva o non serva. Qui ci sono animali morti e un’azienda in crisi”.

 

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