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Il Museo Casa Francesco Baracca di Lugo entra a far parte delle Case della Memoria

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La casa natale di uno dei pionieri dell’aviazione italiana, oggi museo dedicato, entra a far parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria. Il Museo Casa Francesco Baracca di Lugo (RA) che accoglie i visitatori con uno SPAD VII, aereo del 1917 sul quale l’aviatore conseguì una delle sue 34 vittorie, da oggi è anche Casa della Memoria di Francesco Baracca: l’associazione ha infatti dato parere positivo per l’ingresso della villa nella rete di case di personaggi illustri. Oltre al Museo Casa Francesco Baracca, il Comitato Scientifico ha dato il via libera per l’ingresso nell’Associazione di altre quattro case: la Villa Giannini Tinti-Villa Garibaldi a Castelfiorentino (FI) la Casa Museo don Giovanni Verità a Modigliana (FC), la Casa Ugo Tognazzia Velletri (RM), e la Casa Natale di Salvatore Quasimodo a Modica (RG). È la prima volta che in una sola riunione del Consiglio Direttivo ben cinque case entrano a far parte dell’Associazione.

«La casa museo Francesco Baracca è un bellissimo esempio dei risultati che si possono raggiungere grazie all’impegno per mantenere viva la memoria dei grandi personaggi – commenta Adriano Rigoli, presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Voglio ringraziare Paola Pescerelli Lagorio, coordinatrice delle Case della Memoria in Emilia-Romagna, per questo importante ingresso e per il prezioso lavoro che sta portando avanti nella sua Regione». «In questi anni la nostra rete ha avuto uno straordinario sviluppo – aggiunge Marco Capaccioli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -, e l’Emilia Romagna è una delle regioni più attive in questo senso. La casa museo Francesco Baracca non è solo un luogo di memoria ma anche una “finestra” aperta sull’Italia ai tempi della Prima Guerra Mondiale».

Istituito dal Comune di Lugo nel 1924 e collocato dal 1926 fino al 1990 in una sala affacciata sul voltone di ingresso della Rocca Estense, il Museo Francesco Baracca viene trasferito nel 1993 nella casa natale del pioniere dell’aviazione italiana per adempiere le volontà testamentarie del padre, conte Enrico. A partire dal 1999 è stato oggetto di una serie di interventi volti a consolidare l’edificio: viene riaperto nel 2015 raddoppiando la superficie espositiva che può finalmente ospitare numerosi cimeli, arredi, documenti.

Il nuovo allestimento conferma la centralità dello SPAD VII S2489, l’aereo di fabbricazione francese (1917) restaurato nel 1990, posizionato nella sala destra dell’androne d’accesso in modo da evocare l’idea del volo. SI tratta di un inestimabile cimelio tecnologico dell’aviazione mondiale: è uno dei pochi esemplari dell’epoca che ancora si possono ammirare. L’attuale percorso museale prevede al primo piano una sala riservata alla dimensione privata dell’Eroe con la ricostruzione della camera da letto e la presentazione di alcuni effetti personali; una stanza che documenta medaglie, attestati, riconoscimenti ricevuti nel periodo che va dal 1915 al 1918; una sezione incentrata sul “mito” di Baracca, attraverso lettere, giornali, pubblicazioni.

Al secondo piano assieme ad altri cimeli della Grande Guerra esposti si può ammirare la “collezione Baldini” che raccoglie numerose cartoline illustrate della Grande Guerra. Una delle più importanti collezioni italiane di cartoline di propaganda, ricca di circa tremila esemplari perfettamente conservati e catalogati che offrono uno spaccato della società italiana al tempo della Grande Guerra.

Al secondo piano è stato inoltre installato, in attuazione del progetto “Alisto”, un simulatore di volo realizzato a partire dalle foto della ricognizione aerea. Il programma offre la possibilità di provare l’esperienza di volo sui fronti dell’Isonzo e del Piave della Grande Guerra e, contemporaneamente, sugli stessi territori come sono oggi, permettendo di evidenziare alcune delle trasformazioni subite dal nostro territorio nel corso di un secolo, con particolare riferimento alle linee di costa, al corso dei fiumi, ai sistemi lagunari, ai porti, ai centri industriali e abitati, alle infrastrutture civili e militari.

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