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Nardella, la realpolitik di un trionfo esploso all’ultima ora. Chi pagherà il conto? I fiorentini

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di Umberto Cecchi

Sindaco di Firenze a furor di popolo, mentre solo pochi giorni prima dell’apertura dei seggi, i bravi cittadini della città di Machiavelli, rivolgevano contro di lui critiche su critiche, non tutte giuste, forse, ma certo tutte circostanziate rivolte all’operato del primo cittadino e a quello annoso del Pd: piazza stazione dilaniata da pali di ferro e cordoli pericolosi, praticamente  tagliata fuori dalla viabilità cittadina; tagliata fuori dal resto della città per una incultura urbanistica unica; traffico incontrollato e impossibile; turisti come bisonti bradi, padroni del centro, spesso assieme ai loro maxibus; strade impercorribili in auto e a piedi; movide notturne incivili e pericolose; sicurezza zero – e non solo per colpa dei soliti Lo vogliamo leggere con un briciolo di realpolitik, questo stupefacente  exploit di Nardella, rieletto immigrati, ma a anche causa di residenti;- aeroporto sì, aeroporto no, come al gioco dell’oca, e stessa storia per la stazione Foster-Tav – si  farà? Non si farà? Chi lo sa?; nuovo campo di calcio e – speriamo – di atletica leggera, al vertice delle chiacchiere e delle liti, ma con nulla di concreto; liti coi Della Valle che alla fine si sono stufati; liti fra tifosi irriducibili; morte di punti storici della ex cultura fiorentina, come le ‘Giubbe Rosse’ che qualsiasi altra città al mondo avrebbe salvato per quello che rappresentano; tram come treni che stanno inducendo negozi a chiudere i battenti; parcheggi che non ci sono; università  in calo nelle graduatorie nazionali; dibattito  sociale inesistente, e se c’è è penoso politichese; imprese in difficoltà, altre che se ne vanno; arredo urbano da poveri vecchi coi vestiti sdruciti; incapacità delle istituzioni a inserirsi in  un nazional europeo; resta un’ultimo respiro d’ironia assoluta non funzionalità della Regione Toscana, assolutamente matrigna con Firenze: Resta un ultimo fiato di ironia  se è vero che gruppo di buontemponi sta lavorando per eleggerla ‘Regina della pizza al taglio’; e ancora….

Renzi? Chi era costui’

Mi fermo qui sapendo di aver dimenticato le altre critiche che si sono ammucchiate attorno al sindaco uscente. Che a un tratto è diventato il sindaco entrante e trionfante, adorato quanto a suo tempo lo fu Santa Maria Goretti  martire fra diseredati. Miracolo. Perché? Cosa c’è in questa città incredibile che nel segreto della cabina elettorale spegna le critiche e la muta in lodi?  Nardella, fra le sue prima dichiarazioni ha detto: sono indipendente . E voleva dire: Non seccatemi più con l’appellativo di renziano, io sono io. Cos’è allora? La città ha voluto gridare la sua rottura con Renzi, l’unico pidiessino in Italia che avrebbe avuto la possibilità di ‘riaggiustare’ il suo partito indirizzandolo su una contemporaneità che era venuta meno, e  che ancora non ha ritrovato con uno Zingaretti con uno che parla di ripresa e ripartenza pur non avendo preso un voto in più se non quelli che il Pd aveva prima che Renzi li trasferisse ai 5Stelle, pensando a una riforma che non è stato capace di fare. Per supponenza eccessiva. Era la ‘scapigliatura’ della politica fantasia al potere.

Zingaretti riparte male: guarda all’Europa, dicendo noi avremo u peso la lega no. ‘Loro’ il peso l’hanno sempre avuto, ma l’hanno usato male e ora ne paghiamo le conseguenze. Un ricco paese poverissimo del quale il buon Prodi ha le sue colpe. Basti pensare al cambio Lira-Euro da lui accettato. Sarà bene che Zingaretti pensi all’Italia da salvare, l’Europa si rovina da sola litigiosa com’è, molto più sovranista di quanto non lo sia l’Italia. Lo posso dire? Molto più mafiosa e burocraticamente delirante, fra sotterfugi e liaisons franco anglo tedesche.

 

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