Home MAGAZINE Come funziona l’attività di mediazione: intervista a Francesco Romano Iannuzzi coordinatore di...

Come funziona l’attività di mediazione: intervista a Francesco Romano Iannuzzi coordinatore di AR Net

Avatar
774
0

L’Ordine interprovinciale delle professioni infermieristiche di Firenze e Pistoia ha appena stipulato una convenzione con l’Organismo di mediazione AR Net. La funzione di AR Net, organismo accredito presso il Ministero della Giustizia, è quella di gestire i procedimenti di mediazione attraverso i propri mediatori civile per risolvere due casistiche: la prima, prevista obbligatoriamente dal legislatore per specificate materie prima di arrivare all’autorità giudiziaria; la seconda, discrezionale, utile per risolvere amichevolmente fra le parti questioni per le quali non sarebbe previsto l’obbligo di esperire il procedimento di mediazione. La convenzione prevede che AR Net offra a tutte le parti del procedimento uno sconto del 12% sulle proprie tariffe (reperibili nell’apposita sezione del sito ufficiale) per tutte le procedure attivate dagli iscritti all’Ordine nonché ai loro coniugi (ed equiparati) fino ai parenti entro il secondo grado. In ogni caso, l’Ordine non verrà a conoscenza dei motivi o del contenuto dell’istanza di mediazione dal momento che i dati saranno trattati solamente da AR Net. Per capire meglio il funzionamento di questo organismo abbiamo intervistato Francesco Romano Iannuzzi, coordinatore nazionale dei servizi di mediazione.

Si tratta della prima collaborazione con un Ordine o avete avuto già esperienze analoghe?

«Abbiamo già tante collaborazioni in essere con vari ordini professionali, dai geometri ai commercialisti, fino agli avvocati. Collaboriamo inoltre con molte associazioni che si occupano di diritto alla salute. Infine ci è già capitato di avere alcuni infermieri in mediazione e anche tra i nostri mediatori. D’altronde la responsabilità medica e sanitaria è uno dei temi ricorrenti in mediazione. Di solito ad essere chiamati in causa sono in primis i medici e poi la struttura, ma è capitato anche con alcuni infermieri».

Quali sono i casi più frequenti di ricorso alla mediazione?

«La casistica più diffusa è il contenzioso bancario. Seguono le questioni condominiali e i diritti reali (proprietà, usucapione, ecc), successioni e divisioni, locazioni e comodato e quindi responsabilità medica. Un’altra casistica importante è quella del recupero crediti per prestazioni professionali che rappresenta, per il nostro organismo,  il 30% delle mediazioni volontarie e non obbligatorie».

Qual è l’iter per la mediazione?

«Quando una persona ha un contenzioso, presenta un’istanza di mediazione all’organismo. Va detto che alcune materie sono indicate come obbligatorie, come la responsabilità medica appunto: in questi casi serve l’assistenza di un legale. Per le altre materie invece, quelle facoltative, ci si può presentare anche senza un avvocato. Una volta presentata l’istanza, viene individuato un mediatore, si inizia a dialogare e poi partono gli inviti all’altra parte, via raccomandata. Viene fissato un incontro informativo, durante il quale viene spiegato il processo di mediazione, che è ovviamente extragiudiziale. È bene capire che non siamo davanti a un giudice e che quindi nessuno decide chi, fra le due parti, abbia ragione. Siamo davanti a un mediatore che agevola i soggetti coinvolti a riprendere il dialogo e la negoziazione fino ad arrivare autonomamente a una soluzione soddisfacente per tutti. Il tutto chiaramente tenendo ben presente il quadro normativo i diritti delle due parti».

Che tempi richiede la mediazione?

«Tempi molto più brevi rispetto al processo. Per legge la mediazione dura tre mesi, e nella maggioranza dei casi le mediazioni si concludono per tempo. Per i casi più complessi si può arrivare anche fino a 6 – 7 mesi. In ogni caso tempi di gran lunga inferiori rispetto al processo».

C’è un forte ricorso alla mediazione in ambito sanitario?

«Purtroppo c’è ancora riluttanza a volte da parte della Asl, perché in alcuni casi, a fronte della scelta di ricorrere alla mediazione, sono state avanzate verso i responsabili delle Aziende sanitarie accuse di danno erariale. Stiamo cercando di promuovere una campagna culturale per far capire che la mediazione è un vantaggio e mai un danno, purché portata avanti con competenza e con il supporto di consulenti tecnici specializzati».

Per quale motivo un infermiere potrebbe rivolgersi a voi?

«L’accordo con Opi Firenze – Pistoia è a 360 gradi. Un infermiere può quindi richiedere l’intervento di AR Net per le materie obbligatorie, come appunto la responsabilità medica e sanitaria, ma anche per qualsiasi altra necessità non legata alla propria professione: dalle questioni condominiali, ai passaggi di proprietà. La cosa fondamentale è comprendere che attraverso la mediazione e l’intervento del mediatore, soggetto professionalmente preparato ad affrontare le questioni conflittuali, le parti si autodeterminano e scelgono in piena autonomia la soluzione adeguata alla loro controversia. Sono logiche diverse da quelle alle quali siamo abituati che conviene, certamente, sperimentare e imparare a conoscere».

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui