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Smacco di Saccardi al Pd, ma soprattutto al governatore Rossi ormai fuori dai giochi politici

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 di Umberto Cecchi

Dopo tanti si dice, giorni di ansiosa attesa nei labirinti del PD che perde pezzi a favore di Renzi, ma dove Zingaretti seguita a sfornare un sorriso beato, che quasi offende quei cittadini ai qual gira l’anima per la malefatte del governo, è arrivata l’ufficializzazione: Stefania Saccardi ha mollato il governatore della regione ed è passata armi e bagagli con Matteo Renzi. Si può considerare come il via alla battaglia elettorale di toscana in vista delle elezioni regionali? Credo davvero di sì. Renzi non ha fondato un movimento destinato a diventare partito, solo per passare il tempo. Sta giocando il tutto per tutto per un suo ritorno ai vertici della politica Italiana. Vertici drammatici, dove una sorta di alleanza impossibile sopravvive con l’ossigeno  della incapacità e dell’illusione, e sopravvivendo sta distruggendo quello che resta di un paese. Dove i veri problemi sono stato cancellati e al loro posto si discute di  fatti secondari: così la miseria cresce, il lavoro non c’è, ma il governo ‘deve’ tagliare qualche parlamentare con inspiegabile urgenza, le grandi aziende se ne vanno altrove o chiudono del tutto, la malavita prospera indisturbata, la droga entra nelle scuole, le regole di una volta vengono stravolte: chi uccide ruba o spaccia spinto dal bisogno, non commettere reato, quindi i colpevoli diventano vittime. E per il governo va bene così. Come va bene infilare nella nostra vita quotidiana, decine di tasse occulte che riducono l’esistenza un inferno economico . E noi zitti, in attesa di sapere se per salvare i maneggioni, istituirà una serie di microtassazioni quasi occulte che porteranno ovviamente a un rincaro generale di tutto. E a una ulteriore escalation della povertà. Ma Zingaretti ride felice per le strade di Roma, e con lui ride Di Maio.

Renzi appoggia il governo pur dicendone corna. Lui ha il suo golpe a portata di mano. Ha i suoi fedeli piazzati qua e là, pronti a insorgere, ha i nuovi adepti che capendo appena un po’ di politica, mollano il paese della fame che il governo, grandi sorrisi sulle labbra,  gabella come un felice paese dei balocchi.  La Saccardi è il sintomi chiaro dei tempi:   cerca un terreno più concreto sul quale far politica, via le furbate politiche alla Rossi, via le zingarettate, via il professorino Conte, silenzioso e malizioso folletto al quale è stata offerta una carta inattesa che non intende mollare, con il beneplacito incriticabile del Presidente della Repubblica che come i suoi predecessori sembra aver fatto voto di formare governi impossibili senza maggioranza né ricorso all’elettorato.

Un vecchio politico americano disse una frase storica: ‘è un patriota  chi tenta di difendere il suo  paese del suo governo’. Perché oggi la battaglia è questa, a saperla combattere. In Umbria è cominciata.  Saccardi ha dato il via a una sorta di rivolta: che farà Nardella, sorriderà con Zingaretti sulle miserie del Paese, o riposerà sazio del successo elettorale di una città al margini del caos? Siamo solo al primo capitolo

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