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Annita Garibaldi, pronipote di Giuseppe ospite della villa di Petrazzi dove soggiornò l’Eroe dei due mondi nel 1867

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 Annita Garibaldi Jallet, pronipote in discendenza diretta di Giuseppe Garibaldi, sarà ospite a Castelfiorentino (Firenze) di un convegno nella villa di Petrazzi dove l’8 agosto 1867 l’Eroe dei Due Mondi pernottò mentre organizzava dalla Toscana una spedizione di volontari contro lo Stato Pontificio. La dimora storica, spiega il Comune, ospita ancora molti cimeli e ha mantenuto intatta la camera dove Garibaldi trascorse la notte. L’iniziativa è in programma il 23 novembre, promossa da Comune, Associazione Nazionale Case della Memoria e Società Storica della Valdelsa. “A luglio e agosto 1867 – ricorda la pronipote – Garibaldi intensificò la raccolta fondi, in particolare in Toscana. Vi soggiornò a lungo anche con la famiglia, facendo capo a Vinci. Poi si recò a Siena. A ricordare quegli incontri, la tappa di Castelfiorentino rivive attraverso i ricordi riuniti nella Villa Giannini di Petrazzi, miracolo di conservazione di un passato che nelle ville-museo è particolarmente amabile e coinvolgente”.

La villa Tinti-Giannini, di sapore ottocentesco, si trova nella frazione di Petrazzi, a Castelfiorentino (FI) e deve il nome ai suoi proprietari: Tommaso Giannini la acquisì nel 1883, a “cancelli chiusi”, da Onorato Tinti. La villa ha preso anche il nome di Villa Garibaldi poiché in questa casa, l’8 agosto 1867, pernottò il Generale Giuseppe Garibaldi durante la sua visita a Castelfiorentino, mentre stava cercando di raccogliere adesioni in Toscana in vista dell’imminente campagna militare contro lo Stato Pontificio (culminata con la pesante sconfitta a Mentana). Fra le numerose camere spicca infatti la camera parata di stoffa rossa in cui alloggiò Garibaldi che conserva tutti gli arredi in modo completo e non è stata minimamente modificata nel corso del tempo. Gli oggetti sono gli stessi che utilizzati dal generale durante la sua visita che è ricordata anche in una lapide posta sulla facciata dell’ingresso della villa. Fra i ricordi garibaldini spicca un piccolo ritratto di Anita con una notazione di mano di Menotti che recita “Questo è l’unico vero ritratto di mia madre”

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