Sarà guerra fra i due principali Consorzi toscani, quello del Vino Chianti e quello del Chianti Classico? Ḕ presto per dirlo ma la decisione presa dall’assemblea dei soci del Consorzio Chianti ha approvato la proposta di modifica al disciplinare di produzione, soprattutto per quel che concerne la nascita di un proprio Chianti Gran Selezione, farebbe pensare proprio di si
L’iter di approvazione da parte di Regione Toscana, Ministero dell’Agricoltura e Commissione Europea richiederà circa due anni. Le proposta di modifica agli 8 articoli del disciplinare di produzione del vino Chianti è stata approvata con percentuali favorevoli tra l’89% e il 99%. Il totale dei voti espressi in assemblea rappresentava il 70% dell’intero corpo sociale.
“L’iter di approvazione del nuovo disciplinare durerà circa due anni – spiega il direttore del Consorzio Marco Alessandro Bani – ma si chiederà che il provvedimento abbia efficacia retroattiva: per questo motivo, chi vorrà potrà iniziare già adesso a produrre Chianti con i criteri dettati per la Gran Selezione e immettere le prime bottiglie sul mercato nell’arco di tre anni. La Gran Selezione offrirà il massimo della qualità e sarà un prodotto di nicchia”.
Il vino Chianti Gran Selezione potrà essere prodotto in tutto il territorio di produzione della Denominazione vino Chianti docg. “L’iter di approvazione del nuovo disciplinare durerà circa due anni – ha spiegato il direttore del Consorzio Marco Alessandro Bani – ma si chiederà che il provvedimento abbia efficacia retroattiva: per questo motivo, chi vorrà potrà iniziare già adesso a produrre Chianti con i criteri dettati per la Gran Selezione e immettere le prime bottiglie sul mercato nell’arco di tre anni. La Gran Selezione offrirà il massimo della qualità e sarà un prodotto di nicchia”.
Con il nuovo disciplinare nasce anche la menzione geografica aggiuntiva o più comunemente chiamata “sottozona” Chianti Terre di Vinci, relativa ai territori dove già si produce vino Chianti docg, compresi nel Comune di Vinci e Capraia e Limite – al di fuori della sottozona già ricompresa nel Chianti Montalbano – e nei Comuni di Cerreto Guidi e Fucecchio. Inoltre – prosegue Bani – con le nuove regole, sale la gradazione alcolica minima delle uve destinate a produrre vino Chianti docg, nonché del prodotto finito, destinato all’immissione al consumo, come vino Chianti docg, innalzata a 12 gradi. Il Chianti sfuso dovrà ottenere la certificazione di idoneità, prima di uscire dalle cantine: è un modo per alzare l’asticella della qualità, fare chiarezza sul mercato e aggredire eventuali zone grigie”.
Non tarda la reazione del Consorzio Chianti Classico che si è dichiarato nettamente contrario ma soprattutto increduli perché volto ad una strategia di gestione suo parere non costruttiva e assolutamente priva di idee innovative ed originali di cui invece c’è sempre grande necessità.
La dirigenza del Consorzio Gallo Nero ricorda che la Gran Selezione, presente sul mercato dal 2014, è unicamente una tipologia di Chianti Classico, ideata dal lavoro esclusivo del Consorzio Vino Chianti Classico.
“Siamo profondamente rammaricati che le scelte proposte del Consorzio Chianti siano tutte rivolte soltanto a riproporre strategie di valorizzazione già messe in campo dal vino Chianti Classico – cita la nota – la Gran Selezione, peraltro con caratteristiche identiche a quelle della Gran Selezione Chianti Classico, come il grado alcolico, i tempi di invecchiamento e il divieto di uso del fiasco, e la certificazione obbligatoria per le transazioni di sfuso”.
Dopo pochi giorni dall’annunciato aumento del tenore zuccherino del vino Chianti, con la presunta intenzione di allinearsi ai gusti dei mercati esteri, prevalentemente quello cinese e americano, si parla adesso di una strategia per la crescita qualitativa del prodotto. La paura dei vertici del Consorzio Chianti Classico è di generare messaggi confusori verso il consumatore e privare i produttori di vino Chianti di prospettive chiare e a lungo termine.