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La Fiorentina cade anche a Verona. L’Hellas vince 1 a 0. Fischiato Montella dai tifosi

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di Tommaso Giacomelli

Lenta, impacciata, prevedibile, una squadra senza mordente che perde la sua seconda partita consecutiva, dopo la debacle di Cagliari. L’undici gigliato visto questa domenica al Bentegodi di Verona contro l’Hellas è una squadra che ha perso il carattere e la voglia di lottare. Impietoso il conteggio dei tiri verso la porta di Dragowski, autore di una prestazione maiuscola e il migliore dei suoi quest’oggi. Il portiere polacco è stato sicuramente un valore aggiunto e l’uomo che ha permesso alla Fiorentina di rimanere nella linea di galleggiamento. Gli sbandati uomini di Montella sono sembrati sulle gambe e incapaci di rendersi pericolosi per tutta la partita. Inesistente anche il forcing finale per recuperare la partita. Tra l’altro lo scontro è stato deciso da un fiorentino di nascita e di scuola calcio come Samuel Di Carmine, che tredici anni fa esordiva in Serie A con la maglia Viola. Oggi ha segnato il suo primo gol nella massima serie proprio contro la Fiorentina, una rete da tre punti pesanti. Gli strani scherzi del destino. Quello che è sicuro è che la Fiorentina ha smarrito la sua strada.

LE PAGELLE DI HELLAS VERONA – FIORENTINA

Dragowski 8: il portiere polacco è stato autore di almeno 5 interventi decisivi, ma nulla ha potuto sulla conclusione angolata di Di Carmine. La Fiorentina se è riuscita a stare in partita e a non subire un passivo maggiore è stato proprio grazie al suo portiere.

Milenkovic 5.5: orfano di Pezzella, Milenkovic ha faticato a comandare la retroguardia. Spesso in ritardo, si è fatto anche ammonire nel secondo tempo. Partita complicata.

Pezzella S.V: lascia il campo dopo pochi minuti per una gomitata alla zigomo destro, quello fratturato lo scorso anno. In bocca al lupo di pronta guarigione al capitano. (Dal 4′ Ceccherini 6: non era facile entrare a freddo e fare il proprio compito dopo tanto tempo in panchina. Il centrale comunque non demerita in questa cupa giornata).

Caceres 5.5: non manca la consueta carica, ma fa tanta fatica fisicamente. Sulla fascia destra il Verona è pericoloso, e Caceres lascia spesso sguarnita quella zona, anche per la mancanza di copertura seguente di Dalbert.

Venuti 5: viene costantemente saltato da Lazovic, che lo infila sempre in velocità. La fascia sinistra è presidio veronese, anche perché Venuti opera una cattiva copertura. Si fa anche ammonire in apertura di secondo tempo. (Dal 64′ Lirola 5.5: apporto inutile alla causa Viola).

Benassi 5.5: fantasma come al solito, si vede solo nelle rare incursioni in area avversaria, sempre concluse nel peggiore dei modi. Occasione persa anche per lui. (Dal 76′ Ghezzal SV).

Cristoforo 5: chi si rivede? Cristoforo torna da titolare in maglia viola dopo due stagioni. L’uruguaiano fa quel che può, poco. Impreparato e fuori condizioni, come è lecito che sia.

Badelj 5: stavolta il mediano viola non solo è lento e prevedibile, ma manca anche di lucidità nella giocata giusta e nella personalità. Una partita da dimenticare per il croato.

Dalbert 5: sbaglia una notevole quantità di traversoni quando si trova nella metà campo avversaria. In fase difensiva lascia delle praterie immense per gli avanti del Verona. Tatticamente e tecnicamente impreciso.

Ribery 6: sufficienza di incoraggiamento, è l’unico a provare qualcosa di diverso e quando la squadra è smarrita si fa trovare dai compagni. Non una partita da incorniciare la sua, ma ha il merito di lottare, anche se nel finale cala vistosamente.

Vlahovic 5: chiamato a furor di popolo come titolare, fa un primo tempo di assoluta assenza. Nel secondo tempo costruisce qualcosa di più, ma è sempre troppo poco per rendersi pericoloso verso la porta dell’Hellas.

All. Vincenzo Montella 4.5: ha le attenuanti di dover gestire una rosa ridotta al minimo termine, specialmente a centrocampo viste le assenze di Castrovilli e Pulgar. Inserire Cristoforo è stato una mossa a sorpresa, come lasciare in panchina Lirola per Venuti. Scelte non ripagate. Il 3-5-2 non funziona più, manca ritmo, personalità e brillantezza. La squadra è in sbandamento, il castello scricchiola.

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