di Tommaso Giacomelli
Ci siamo, stavolta siamo arrivati ai titoli di coda, Montella lascia la Fiorentina dopo un esonero annunciato a seguito di una pesante sconfitta contro la Roma per 4 a 1. Una partita senza appello, che ha mostrato ancora una volta una difficoltà enorme della Fiorentina a resistere fisicamente e mentalmente nel corso dei 90′. Ma questa è stata solamente la goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai colmo. La Fiorentina si trova a 17 punti a due partite dalla fine del girone d’andata, in una situazione di classifica che preoccupa e che fa tornare gli incubi a tutti i tifosi gigliati. La guida tecnica non ha portato nulla ed è uno dei grandi responsabili di questo disastro.
Da quando è tornato nel febbraio del 2019, Montella ha collezionato solamente 6 vittorie in 27 partite disputate. Un bottino magro, per un allenatore che ha pagato anche il fatto di avere intorno un ambiente non certo ideale per lavorare con serenità. Un ritorno non gradito fin da subito dalla piazza, infatti dopo quei tre straordinari anni, gran parte del tifo non ha apprezzato il modo in cui se ne era andato dalla porta di servizio con parole che irritarono Firenze. In più, nel nuovo corso di Commisso, Montella ha pagato anche il peccato originario di essere un uomo dei Della Valle e protagonista di un finale di stagione scorso tragico.
L’alone che Montella ha avuto intorno a sé negli ultimi tempi è stato di allenatore in difficoltà, un perdente, non certo una nomea lusinghiera, le ultime esperienze a Milano e a Siviglia avevano tarpato le ali a un allenatore in ascesa. A Firenze ha cercato il rilancio e ha trovato il tracollo. Eppure c’è stato un tempo in cui Montella aveva incantato proprio in riva all’Arno, tre anni magici, fatti di grande calcio, un gioco innovativo e propositivo. Grandi risultati in Italia, tre volte consecutive quarto in classifica, e grandi risultati in Europa con una splendida cavalcata in Europa League fino alla semifinale maledetta con il Siviglia. Una Coppa Italia svanita in finale contro il Napoli in un clima romano surreale.
L’ultimo Montella visto in Viola però è stato un uomo diverso da quello precedente, impaurito, indeciso, timoroso. Lettura delle partite in corso spesso sbagliata, sempre con addosso la paura di perdere e con il peso di una vittoria che per troppo tempo gli è mancata. La piazza non lo ha aiutato in nessun modo, e adesso in gran parte gioisce per il suo addio. Memoria corta direbbero alcuni, ma è giusto dirsi addio. Adesso la panchina passerà di mano, forse a Iachini, chissà. La Fiorentina va avanti, augurando comunque a Montella di ritornare a far vedere le cose migliori, come un tempo.