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OPI Firenze Pistoia: «Gli infermieri sono pochi e stanchi, è necessario assumere». L’appello dell’Ordine alla Regione Toscana

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Assunzione straordinaria di infermieri per consentire di fronteggiare in maniera efficace l’emergenza Coronavirus sul territorio. L’Ordine delle Professioni Infermieristiche interprovinciale Firenze – Pistoia fa appello alla Regione Toscana, chiedendo rinforzi al presidente Enrico Rossi e all’assessore Stefania Saccardi. «Gli infermieri sono pochi e stanchi – commenta il presidente di OPI Firenze – Pistoia Danilo Massai -. La situazione, a seguito dell’emergenza scattata per la diffusione del Covid-19, è difficile. Registriamo maggiori difficoltà nella gestione dei malati cronici e dobbiamo raffrontarci con tecnologie impegnative, seguire percorsi assistenziali complessi e strutturare una logistica nell’assistenza domiciliare. Ringraziamo la Regione per il grande sforzo fatto in questi giorni e per le assunzioni annunciate, ma vista la situazione straordinaria bisogna andare oltre».

Al quadro si aggiungono fra l’altro il dato relativo all’età media degli infermieri, intorno ai 54 anni, e le crescenti probabilità di trovarsi in situazioni a rischio anche per la loro salute, lasciando sguarniti determinati servizi. «Inoltre – aggiunge Massai – c’è da considerare che questa è a tutti gli effetti una professione al femminile: con la chiusura delle scuole le infermiere hanno subito forti ripercussioni nell’organizzazione vita familiare. Questo rende ancora più complesso affrontare un lavoro che richiede alta responsabilità, aggiornamenti ed efficacia psicofisica».

«L’esperienza che stiamo vivendo a livello nazionale ci obbliga a rivedere il nostro modo di fare promozione della salute e assistenza – chiarisce Massai -. L’infermieristica di famiglia non ha ancora una vera e omogenea applicazione all’interno della Regione. Riteniamo che sia opportuno adeguare le risorse alle indicazioni riportate in letteratura, cioè di 1 infermiere di famiglia ogni 300 cittadini». Questo per rispondere all’attuale situazione, prevenire una situazione analoga e rispondere ai bisogni della popolazione. «La popolazione over 65 anni, cosiddetta popolazione fragile, presente nella Regione (dati ISTAT al 31/12/2018) è di 947.088 persone, di cui 386.264 nelle sole province di Firenze, Pistoia e Prato: sono 1287, secondo la nostra stima, gli infermieri necessari nelle tre province».

Opi Firenze Pistoia si fa portavoce di richieste ben precise. Per l’area territoriale della Asl Toscana Centro (infermieri di famiglia e comunità, casa della salute, ambulatori) chiede l’assunzione di 800 infermieri e 600 Operatori Socio Sanitari. «Questo – spiega Massai – per garantire un’assistenza a domicilio diffusa, appropriata e con personale adeguatamente preparato e che abbia una equa disponibilità di tempo da dedicare». Per l’area della rete ospedaliera invece, sono richiesti1500 infermieri e 500 Operatori Socio Sanitari, per compensare le perdite di organico negli ospedali e offrire un servizio adeguato. Ma soprattutto per potenziare l’assistenza a domicilio e nei servizi della continuità assistenziale.

Capitolo a parte, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi dove, secondo Opi Firenze Pistoia, sono immediatamentenecessari 600 infermieri e 300 Operatori Socio Sanitari, per garantire il rapporto di un infermiere ogni 10 ricoverati. «Le indicazioni europee sono di 1 infermiere ogni 6 ricoverati, mentre oggi si parla di rapporti 1/12 o 1/14 – spiega Massai -. Questo tiene conto anche del fatto che Careggi è un ospedale universitario ad alta intensità di cura e ad alta tecnologia, e richiede pertanto un ricambio generazionale importante, in modo da assicurare la prospettiva futura dello sviluppo dell’assistenza alla persona».

La soluzione è nella graduatoria di ruolo. «Sosteniamo quindi la necessità di assumere personale infermieristico laureato dalla graduatoria di ruolo, dove ci sono più di 3000 infermieri idonei – conclude il presidente di Opi Firenze Pistoia -. Un’integrazione necessaria, per consentire a chi lavora di recuperare energie e sostenere carichi di lavoro adeguati. Oltre che per tutelare la salute dei professionisti e garantire loro il giusto tempo vita con la propria famiglia. Tanto più che i 3000 infermieri in graduatoria, se non chiamati tempestivamente, andranno in altre Regioni o altri paesi dell’Europa».

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