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Mancano medici, infermieri, centri di rianimazione in un’Italia che non ha saputo leggere il futuro

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di Umberto Cecchi

Ci siamo stupidamente accorti che mancano i medici. Come se il numero chiuso all’accesso della facoltà di medicina, non sia stato davvero un provvedimento illiberale. Ora si da la caccia ai neolaureati, e  tra poco ai laureandi, mancano gli infermieri, ma quello che è peggio mancano i centri di rianimazione. E si scopre che ormai in Italia sono state abbandonate strutture ospedaliere di grande fama, perché le malattie polmonari erano ormai rare, anche se gli esperti spiegavano che con le trasmigrazioni sarebbero tornate. E infatti, al di là del ‘cororonavirus’ ecco che stanno tornando. Come sta tornando anche chi sputa in terra chi si soffia il naso con le dita e se le pulisce strisciandole contro i tronchi degli alberi. Non mancano le mascherine: mancano laureati e attrezzature. Ma c’è l’Europa che ci aiuta: la Germania è pronta a vendere letti di rianimazione a questa Italia miope da sempre incapace di leggere il domani.

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