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Primi risultati positivi di un farmaco per l’iperinfiammazione all’ospedale di Livorno

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Primi risultati della sperimentazione di un farmaco, usato su pazienti ematologici affetti dalla sindrome emofagocitica acuta e la graft versus host disease, per impedire l’evoluzione critica dell’infezione da Covid-19 e, quindi, il ricorso alle terapie intensive.

“I pazienti ad oggi già trattati sono 4: 3 uomini e una donna (nel rispetto delle percentuali di genere tipiche della malattia) di età comprese tra i 28 e i 72 anni. Altri 2 hanno avviato oggi (28 marzo) la fase di sperimentazione”. Ci spiega il dott. Enrico Capochiani. “Tutti e 4 i pazienti avevano malattia di recente insorgenza con dati clinici confermanti la polmonite da Covid-19, ma con un quadro ancora non evoluto verso la respirazione polmonare assistita, anche se le condizioni cliniche facevano già intravvedere il ricorso imminente alla terapia intensiva ed una prossima intubazione. Il primo paziente trattato è in procinto di superare qualunque forma di respirazione assistita, la seconda è in deciso miglioramento e gli ultimi due, che hann o iniziato da poco, sembrano seguire il medesimo decorso”.

“In questa prospettiva – conclude Capochiani – i dati che la letteratura scientifica ha presentato nelle ultime settimane, sembrano suggerire che i quadri COVID-19 che evolvono negativamente con necessità di supporto rianimatorio, abbiano molte caratteristiche simili alle reazioni immunitarie derivanti da patologie ematologiche e che, conseguentemente, possano essere efficaci i medesimi trattamenti”.

“L’obiettivo dei medici Toscani – sottolinea Spartaco Sani – da un alto è quello di trovare farmaci che riducano la quantità di virus nel paziente (terapie antivirali), ma dall’altro trovare anche farmaci che impediscano l’evoluzione critica dell’infezione.  E’ su questo aspetto che ematologi, infettivologi e rianimatori dell’ASL Toscana nord ovest, hanno concentrato il loro interesse, ovvero definire un trattamento che possa evitare la progressione di COVID-19 da malattia domestica a malattia subintensiva a malattia da reparto di rianimazione, così da aumentare la percentuale di guariti e comunque ridurre il carico sui reparti

“La Regione Toscana -afferma Letizia Casani – sta seguendo con attenzione questa opportunità e ci auguriamo, che questo farmaco consenta di non fare arrivare i pazienti, con un inizio di crisi respiratoria, alla terapia intensiva garantendone invece una loro più rapida guarigione, comportando anche una possibilità in più per coloro che invece avranno comunque necessità di terapie intensive”.

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