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Supporto psicologico, implementato il servizio telefonico per il personale sanitario

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Simone Mangini

Il punto con Simone Mangini, vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi e referente del servizio

Si intensifica l’attività di supporto psicologico per il personale sanitario e per gli operatori delle Rsa promossa da Ordine degli psicologi della Toscana e Sipem, Società italiana di Psicologia dell’Emergenza insieme all’Ordine delle professioni infermieristiche interprovinciale Firenze Pistoia. Il servizio è pensato per offrire un sostegno al personale sanitario impegnato nell’emergenza Covid. Già attivo il martedì e il giovedì dalle 11 alle 13 adesso è operativo anche il venerdì dalle 14.30 alle 16.30. Gli operatori sanitari possono usufruirne contattando la linea d’emergenza 055.0354175.

Ne abbiamo parlato con Simone Mangini, vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana e referente del servizio: «Abbiamo pensato di implementare il servizio per diversificare la fascia oraria in modo da dare a medici, infermieri e operatori sanitari la possibilità di potersi ritagliare del tempo fra turni lavorativi e impegni personali – spiega –. Perché per condividere con un’altra persona vissuti ed emozioni, c’è bisogno di uno spazio e un tempo dedicato, per potersi aprire con il professionista in tutta libertà e nella privacy necessaria».

Ci sono stati altri sviluppi nel progetto?

«Il servizio sta crescendo, con l’obbiettivo di far sapere a quanti più professionisti sanitari possibili che esiste questo tipo di servizio, di cui tutti possono usufruire. Abbiamo ricevuto il patrocinio del Comune di Firenze e alla collaborazione con Opi Firenze – Pistoia si sono aggiunte quelle con altre due realtà che rappresentano professionisti della sanità. Si tratta della Federazione delle professioni sanitarie e sociosanitarie (Migep) e dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione».

Qual è l’obbiettivo del servizio e come si struttura?

«Lo scopo è dare un supporto a tutti coloro che, nel Servizio Sanitario nazionale, nel privato o nelle Rsa, sono stati e sono tuttora in prima linea per far fronte all’emergenza Covid. La prima chiamata consiste in un colloquio di 30 minuti, utile per capire qual è il disagio. A questa possono fare seguito fino a 5 follow up, nel caso in cui il professionista e l’utente mostrino la necessità di approfondire, in modo da rendere più completa la presa in carico».

Perché è importante un sostegno in questa fase?

«È risaputo che i professionisti sanitari in quest’ultimo periodo sono stati sottoposti a un grandissimo stress. Nella fase calda probabilmente è stato difficile percepirlo e prenderne consapevolezza perché troppo concentrati sull’emergenza. Ora che si allentano le maglie affiora tutta la sofferenza con cui si è venuti in contatto in questi mesi, la stanchezza per i turni massacranti, lo sforzo doppio di tutelare se stessi e le persone vicine. Tutto questo ha sottoposto queste categorie, pur abituate a un ritmo di vita e di lavoro serrati, a livelli di stress e pressione mai visti fino ad ora».

Proprio nei giorni scorsi si è celebrata, in forma virtuale a causa delle restrizioni in atto, la Giornata dell’infermiere. Offrire un supporto psicologico al personale sanitario convolto nell’emergenza Coronavirus, è un altro modo per stare loro vicini.

 

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