“Sono soddisfatto del fatto che ci sono dei protocolli nazionali che le Regioni hanno discusso con il governo e con l’Inail, ma non entro nel merito”. Lo ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, all’Italpress, in merito al via libera sulle linee guida nazionali per le riaperture, arrivato nella tarda nottata di ieri. “Il problema era avere linee guida diverse: mentre per la manifattura e per i cantieri c’erano dei protocolli nazionali uguali su tutto il territorio, non capivo perchè per le spiagge o per i tavolini dei bar e ristoranti ci potevano essere delle norme di distanziamento diverse. Le modalità di diffusione del virus – ha aggiunto – non riconoscono i limiti e i confini amministrativi. Non è che in Puglia il virus si diffonde in una certa maniera e in Emilia Romagna in maniera diversa”. Una posizione che lo ha portato a dire al premier Giuseppe Conte, che se fosse passata questo tipo di linea i sindaci sarebbero stati pronti a riprendersi il potere di ordinanza sulle aree pubbliche: “Abbiamo detto che se le linee guida fossero cambiate da territorio a territorio, ci saremmo ripresi quel potere di ordinanza che ci viene dato dall’art.50 del Testo Unico sugli Enti Locali. Le ordinanze sulle distanze le avremo fatte noi. Noi siamo i responsabili sanitari locali, gestiamo le spiagge pubbliche e gli spazi pubblici. Così si sono convinti”.
Questo periodo di lockdown ha messo in difficoltà anche le casse dei Comuni a causa delle minori entrate fiscali, che in parte saranno ricompensate dal governo con l’ultimo Dl Rilancio, ma che non basteranno a coprire il buco: “Noi ci aspettiamo 400 milioni subito, perchè dobbiamo andare a coprire la Tari delle aziende che sono state chiuse. Lo Stato, quindi, ce la dovrà coprire, perchè è una riduzione della capacità fiscale che noi non ci possiamo permettere. Contemporaneamente abbiamo un tavolo di monitoraggio, rispetto ai 3 miliardi e qualcosa che abbiamo avuto nell’ultimo decreto. Ci aspettiamo, a luglio, di avere un ulteriore miliardo, perchè così riusciremo a coprire la riduzione della capacità fiscale. Noi abbiamo fatto delle stime e ogni mese tendono a essere disattese, nel senso che la riduzione della capacità fiscale aumenta e quindi avremo bisogno di più risorse. Vogliamo le risorse per mantenere i servizi essenziali: servizi sociali, il trasporto pubblico locale, la raccolta dei rifiuti, l’energia elettrica per la pubblica illuminazione”.