“Uno dei problemi che il nostro Paese affronta, che ci rende più deboli come sistema industriale e finanziario e che trova spesso inspiegabili resistenze al cambiamento, è la dimensione di impresa, piccolo è bello, è stato il mantra di una generazione. Questo ci ha reso fragili, privi della capacità di fare i necessari investimenti, della necessaria ottica di medio lungo periodo, di creare lavoro, di competere in modo efficiente, di dare occasioni ai giovani. E’ per questo che abbiamo dato vita a Webuild, superando la dimensione ed i limiti familiari di un capitale adatto al passato ma non alle sfide future ed ai mercati globali”. Lo afferma in una nota Pietro Salini, amministratore delegato del Gruppo Webuild.
“Un esempio della visione prospettica e del rafforzamento e cambiamento necessario per affrontare il futuro, anche quando i numeri e la solidità della banca non lo rendono necessario, oggi è Intesa Sanpaolo e Carlo Messina che con la proposta fatta ad Ubi intendono creare un pilastro finanziario europeo nel nostro Paese, al servizio di quella ripresa industriale e dei servizi che tutti auspichiamo e – conclude Salini – anche a quella modernizzazione ed internazionalizzazione che è indispensabile all’Italia per competere”.
“Un esempio della visione prospettica e del rafforzamento e cambiamento necessario per affrontare il futuro, anche quando i numeri e la solidità della banca non lo rendono necessario, oggi è Intesa Sanpaolo e Carlo Messina che con la proposta fatta ad Ubi intendono creare un pilastro finanziario europeo nel nostro Paese, al servizio di quella ripresa industriale e dei servizi che tutti auspichiamo e – conclude Salini – anche a quella modernizzazione ed internazionalizzazione che è indispensabile all’Italia per competere”.