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Dantedì, in Piazza Signoria sorge un albero ‘del Paradiso’ di Giuseppe Penone

Redazione
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Un abete gigantesco di oltre 22 metri si innalza da questa mattina in piazza della Signoria a Firenze protendendo i suoi rami metallici verso il cielo. Ḕ l’installazione realizzata dall’artista Giuseppe Penone ed è la più grande mai collocata nello spazio pubblico del centro fiorentino. È spuntata oggi, per il “Dantedì” di un anno molto speciale, il settecentenario dalla morte dell’autore della Divina Commedia.

Infatti la colossale scultura “Abete” si può vedere come metafora del Paradiso: cioè “l’albero che vive de la cima / e frutta sempre e mai non perde foglia” (vv. 29-30, Canto XVIII, Paradiso, Divina Commedia), come afferma Cacciaguida degli Elisei per descrivere all’incredulo Dante il luogo in cui si trova.

L’albero per Penone è immagine di una giovinezza trascorsa tra i boschi delle Alpi Marittime e perciò frequentata assiduamente negli ormai oltre cinquant’anni di ricerca. Esso rivela attraverso la sua crescita a cerchi concentrici una forma essenziale, strettamente necessaria alla sua stessa esistenza e al suo stesso sviluppo: è saldamente piantato nella terra ma con i rami protesi verso il cielo.

Tra gli alberi l’artista predilige le conifere, per il loro tronco resistente alle torsioni e i rami a palco dall’andamento regolare: in pratica, una sintesi formale dell’idea stessa di albero. Per questi motivi l’opera che Penone ha scelto di collocare in Piazza della Signoria è un abete monumentale.

Il tronco e i rami sono stati realizzati in fusione di acciaio inossidabile, avvolta da un reticolo che conferisce all’installazione un senso ascendente: i 18 elementi che lo formano sono stati modellati in bronzo, con un procedimento di fusione da calchi di bambù.

“Abete” rivela l’interesse di Giuseppe Penone – e collettivo – per gli aspetti ambientali dell’arte, soprattutto nello spazio urbano: qui, secondo l’artista, si sviluppa la continuità tra cultura e natura, tra il tempo della storia e quello della vita, tra passato e presente, perfino in un luogo così fortemente connotato come piazza Signoria a Firenze.

L’installazione, curata dagli Uffizi in co-promozione con il Comune e la collaborazione dell’associazione Arte continua, costituisce un’anticipazione di Alberi In-Versi, mostra dedicata a Penone che le Gallerie ospiteranno dal 1 giugno al 12 settembre prossimi, sempre nell’ambito delle celebrazioni dantesche previste per il 2021. Lo stesso titolo allude al tema dantesco dell’ “albero che vive della cima”: dunque a questo territorio di confine tra il mondo corporeo e quello concettuale, tra la materia e l’idea, farà riferimento una serie di disegni dell’artista accolti per l’occasione negli spazi delle Gallerie.

Intanto, a tagliare il nastro di Abete, oggi in piazza Signoria, c’erano, tra gli altri, oltre al direttore del museo Eike Schmidt, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco di Firenze Dario Nardella.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “L’arte contemporanea in piazza della Signoria ha conosciuto dibattiti anche accesi fin dai tempi del David di Michelangelo e dell’Ercole e Caco di Baccio Bandinelli – detto il direttore delle Gallerie Eike Schmidt –  questo è sempre stato un segno della vivacità dei fiorentini, che ora potranno meditare (e perché no, polemizzare) sui molti significati dell’installazione di Penone. Rimane comunque il fatto che questo “albero dantesco” che nell’intenzione dell’artista si rifà ai versi dell’Alighieri, mescola un’idea astratta della natura – non a caso in metallo – alla concretezza tutta petrosa del centro di Firenze”.

Mentre l’artista Giuseppe Penone ha sottolineato come “ ‘Abete’ in Piazza della Signoria indica lo sviluppo del pensiero che è simile alla spirale di crescita del vegetale”.

Giuseppe Penone nasce a Garessio, vicino Cuneo, nel 1947; vive e lavora a Torino. Nel 1968 inizia l’attività espositiva ed entra a far parte del gruppo di artisti dell’Arte Povera. Nelle sue sculture e installazioni il processo di realizzazione è parte integrante dell’opera: sono le azioni compiute dall’artista in rapporto dialettico con quelle naturali che danno forma a una materia, di volta in volta diversa, svelandone gli aspetti fantastici. Nel 2007 rappresenta l’Italia alla 52/a Biennale di Venezia; nel 2013 espone nei giardini della Reggia di Versailles e nel 2014 nel Giardino di Boboli (Firenze) e al Madison Square Park (New York); gli sono dedicate mostre personali alla Whitechapel Gallery di Londra e al Kunstmuseum di Winterthur (2013), al Musée de Grenoble (2014), al Nasher Sculpture Center di Dallas e al Musée Cantonal des Beaux Arts di Losanna (2015), al MART di Rovereto e al Rijksmuseum di Amsterdam (2016), al Palazzo della Civiltà Italiana di Roma (2017), allo Yorkshire Sculpture Park di Wakefield (2019).

 

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