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Cure palliative, i farmaci inutilizzati di File vanno ad aiutare i paesi del Sud del Mondo

Redazione
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Quando una famiglia perde una persona cara, i volontari di File (Fondazione italiana di Leniterapia) si occupano anche di ritirare i farmaci inutilizzati, da loro consegnati durante la presa in carico del malato grave. Dal mese di aprile, questi ausili sanitari inutilizzati vengono consegnati al Centro Missionario Medicinali, una onlus che si occupa di inviare gratuitamente farmaci e presidi medico-chirurgici ai medici e ai missionari che operano negli ospedali dei paesi dell’Est Europa e del Sud del Mondo.

Il Centro Missionario Medicinali riceve in dono dai volontari di File questi farmaci (che non servono più alle famiglie, una volta perso il loro caro, e sono quindi destinati a essere gettati), e li trasforma in strumenti salvavita. In questo modo, l’attività del Centro riduce lo spreco di medicinali e cerca di migliorare le aspettative di vita di coloro che non possono accedere alle cure mediche.

“Non sono poche le confezioni di farmaci aperte che poi vengono lasciate a metà, o perché il paziente non ne ha più bisogno oppure perché purtroppo decede – spiega la presidente di File, Livia Sanminiatelli Branca – Così, anziché essere abbandonati o gettati, questi farmaci vengono recuperati attraverso la collaborazione tra File e Centro Missionario Medicinali e diventano strumenti importanti per aiutare le persone che vivono malattie croniche in Paesi più bisognosi”.

Il Servizio di consegna e ritiro a casa dei medicinali è nato circa un anno fa, per venire incontro alle esigenze delle famiglie dei pazienti assistiti dalle équipe sanitarie di Cure Palliative di File, in accordo con le Unità territoriali di Cure Palliative/Leniterapia dell’Azienda USL Toscana Centro, con la quale File collabora in regime di convenzione. “In pratica, si tratta di fornire una serie di ausili sanitari che possono rendersi necessari alle famiglie durante il percorso domiciliare di Cure Palliative perché la condizione della persona malata cambia continuamente e possono servire farmaci nuovi e diversi fino alla conclusione dell’assistenza – continua Sanminiatelli Branca – Una volta che le famiglie hanno perso il loro caro, viene così programmato anche il ritiro dei farmaci inutilizzati”.

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