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GKN e Stellantis. In vendita a Torino la storica palazzina di via Nizza 250. La politica dopo silenzi assurdi deve recuperare dignità

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Quello che meraviglia nella situazione della Gkn(anche se non è più Fiat, venduta ad un fondo inglese)  è lo stupore dei politici che fanno finta di cadere dalle nuvole con la chiusura dello stabilimento di Campi Bisenzio che produce, o meglio, produceva semiassi per  il gruppo Fca.  Ormai la famiglia Agnelli con la politica di Elkann volta tutta a capitalizzare tutto quello che è possibile nella cassaforte Gianni Agnelli Bv. Ma c’è qualcuno all’interno della famiglia vuol vedere i conti della società. E’ la madre di John, Lapo e Ginevra.  Il tema è la cassaforte Dicembre, una “società semplice”, le cui quote sono in possesso per il 60% al presidente di Exor, Stellantis e Ferrari, John Elkann e per il 40%, diviso in parte uguali, fra i fratelli Lapo e Ginevra.

Non una semplice società però perché da qui a cascata parte la catena che, attraverso il 38% della holding olandese Giovanni Agnelli Bv, arriva a Exor che ha in pancia un portafoglio miliardario con il 14,4% del colosso automobilistico Stellantis, il 23% di Ferrari, il 27% di Cnh, il 100% di PartnerRe e il 64% di Juventus.

In  questa rivoluzione del passaggio del gruppo Fca in Stellantis con il 50% del capitale il gruppo torinese non ha più voce in capitolo. Chi comanda è Peugeot con Tavares AD e Elkann presidente. Basta vedere il comunicato di Stellantis sull’arrivo di Ned Curic da Amazon (in arrivo da Toyota per organizzare il settore motori)  (https://www.gazzettadifirenze.it/152189/ned-curic-da-amazon-a-gestire-la-tecnologia-del-gruppo-stellantis/

Curic renderà conto direttamente a Tavares. Più chiaro di così. La politica italiana ha permesso al gruppo Fca di passare la mano ai francesi senza mettere alcun paletto. Così quando Marchionne decise in accordo con Elkann di portare tutto in Olanda dove la casa ex italiana paga le tasse. Silenzio assoluto. Adesso si fanno tutti vivi per avere visibilità.

La situazione Gkn è possibile sanare solo con impegno del governo che “invita” vista anche la qualità della produzione in terra Toscana il gruppo Stellantis a riprendere la fabbrica concentrando la produzione dei vari modelli del gruppo a Campi Bisenzio. Trattativa difficilissima ma possibile. In caso contrario sarà chiusura.

La dimostrazione di quanto scritto trova la cartina di tornasole a Torino dove si è già diffusa la notizia della messa in vendita, da parte di Stellantis, della storica palazzina di via Nizza 250.  Si chiude un altro capitolo della lunga storia d’amore tra la Fiat e Torino, giunta ormai molto vicina al capolinea. Ha un valore fortemente simbolico il fatto che il gruppo intenda lasciare la proprietà dell’edificio, peraltro vincolato dalla Soprintendenza ai beni architettonici per la sua rilevanza, nel quale si trovavano gli uffici di Gianni Agnelli e Sergio Marchionne.  Con la vendita di via Nizza si chiude il disimpegno della Fiat con Torino con l’abbandono di Corso Marconi, Via Matteotti e la riduzione di Mirafiori quando cesserà l’attuale produzione per passare ad altri paesi europei.

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