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Green pass obbligatorio lavoro, bozza Dpcm per 15 ottobre

Adnkronos
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Il nuovo Dpcm, che il premier Mario Draghi si appresta a firmare in vista della nuova deadline del 15 ottobre – quando il green pass diventa obbligatorio per lavoratori privati e dipendenti pubblici – traccia il percorso dei software e delle applicazioni necessari per la verifica del passaporto vaccinali ai tornelli e all’ingresso degli uffici. 

Il provvedimento, che sarebbe stato messo a punto con il supporto dei tecnici della Sogei, è la sintesi di un gioco di squadra che vede in campo il Mef, il ministero della Salute, nonché il ministero per l’Innovazione tecnologica capitanato da Vittorio Colao. 

Nella bozza, visionata dall’Adnkronos, è previsto che “il Ministero della salute rende disponibili ai datori di lavoro specifiche funzionalità, descritte nell’allegato H, che consentono una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni verdi in corso di validità del personale effettivamente in servizio, di cui è previsto l’accesso ai luoghi di lavoro”. 

Se sprovvisti di Qr Code, ma regolarmente vaccinati o in linea con quanto previsto per ottenere il green pass, si potrà comunque accedere al luogo di lavoro, dove, dal 15 ottobre, vige la regola di presentarsi provvisti di passaporto vaccinale. 

“Nelle more del rilascio e dell’eventuale aggiornamento delle certificazioni verdi Covid19 da parte della piattaforma nazionale DGC – si legge nella bozza visionata dall’Adnkronos – i soggetti interessati possono comunque avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che attestano o refertano una delle condizioni” necessarie per poter accedere al posto di lavoro in regola con quanto previsto dal governo nell’ultima stretta per estendere l’uso del green pass. 

Il green pass o il QR code possono essere utilizzati dal datore di lavoro solo ed esclusivamente per verificare che il dipendente, a partire dal 15 ottobre, sia in regola per accedere al posto di lavoro, ovvero provvisto di passaporto vaccinale. Infatti, “è fatto esplicito divieto di conservare il codice a barre bidimensionale (QR code) delle Certificazioni verdi COVID-19 sottoposte a verifica, nonché di estrarre, consultare, registrare o comunque trattare per finalità ulteriori rispetto a quelle previste” dalla legge “in esito ai controlli”. 

Il Dpcm ‘copre’ anche gli italiani che si sono sottoposti a vaccinazione all’estero, a lungo rimasti in un ‘limbo’ normativo.La bozza del provvedimento, prevede infatti al riguardo che il sistema ad hoc, il TS, “acquisisce tramite apposito modulo online, reso disponibile sul portale nazionale della Piattaforma-DGC, i dati relativi alle vaccinazioni effettuate all’estero dai cittadini italiani e dai loro familiari conviventi nonché dai soggetti iscritti al Servizio sanitario nazionale che richiedono l’emissione della certificazione verde COVID-19 in Italia per avere accesso ai servizi e alle attività individuati dalle disposizioni vigenti”.