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Pagamenti: Flowe in prima linea per l’educazione finanziaria

Adnkronos
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L’educazione finanziaria e la tecnologia, un connubio strategico in un mondo in cui il denaro si smaterializza e impone un’attenzione sempre più puntuale alla formazione dei giovanissimi su come utilizzare, risparmiare e spendere i propri soldi, e su quella dei genitori, non necessariamente più preparati dei figli a gestire le potenzialità, ma anche le insidie, del mondo dei pagamenti.  

Temi che sono stati al centro dell’incontro organizzato a Milano da Flowe, pending B Corp del gruppo bancario Mediolanum, sulla base dei risultati dell’indagine condotta da Astra Ricerche per l’Osservatorio sulle giovani generazioni di Flowe, dedicata al rapporto dei ragazzi con il denaro e la tecnologia, e il ruolo dei genitori nella gestione di questi strumenti. 

La ricerca, pubblicata lo scorso settembre, ha evidenziato come i bambini inizino a utilizzare i dispositivi tecnologici molto presto – 7,7 anni è l’età media – anche per gli acquisti online tramite carte di credito o debito; l’accesso all’e-commerce è diffuso nel 38,5% dei casi, con frequenza maggiore all’aumentare dell’età (si va dal 21% per la fascia 7-9 anni al 76% per i 16-18enni). L’indagine analizza anche le modalità con cui vengono realizzati gli acquisti: dai ragazzi, in totale autonomia, per il 33,5% degli intervistati; con il supporto dei genitori, nella scelta e ancor più nella fase di pagamento, per il restante 66,5%. 

“Sono molti i giovanissimi che effettuano acquisti online, non sempre con la supervisione dei genitori – ha spiegato Cosimo Finzi, sociologo e ricercatore, Ad di AstraRicerche – è evidente come una cultura economico-finanziaria superiore a quella oggi posseduta sia necessaria fin da piccoli, e che non sia un percorso facile in un Paese in cui ci sono grandi carenze in termini di capacità di comprensione dei testi e logico-matematiche. La crescita dell’educazione in questi ambiti serve quando si è giovani, quando si è adulti e senza dubbio quando si è genitori”.  

Secondo la ricerca, nella quasi totalità dei casi, le famiglie italiane avvertono come propria la responsabilità dell’educazione finanziaria dei giovani, in capo prevalentemente ai genitori, che per il 92% ritengono importante formare i più piccoli già alla fine delle scuole elementari e per farlo prediligono il metodo della simulazione (66%) e la classica “paghetta”, strumento educativo preferenziale. 

“L’Italia è al terzultimo posto al mondo in educazione finanziaria dei giovani – ha sottolineato Ivan Mazzoleni, AD di Flowe – i genitori spesso si reputano adeguati nell’aiutarli ma i loro interventi non sono risolutivi, il sistema scolastico è del tutto assente in questo tipo di educazione e anche nelle università si studiano i tassi a vari livelli, ma solo applicati al mondo aziendale, per questo Flowe, con la nuova app e la carta Flowe junior vuole favorire la corretta relazione genitori-figli attorno al tema del denaro” .