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Variante Omicron, Locatelli: “Meno pericolosa di Delta ma può causare malattia grave”

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Il messaggio che la variante Omicron “si connoti dall’incapacità di provocare la malattia grave non è corretto, è meno pericolosa di Delta ma ha la capacità di indurre la patologia grave e anche fatale”. Lo ha precisato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts, nel suo intervento alla conferenza stampa sugli ultimi provvedimenti anti Covid adottati dal governo. “Uno studio sudafricano ha registrato 256 persone che hanno perso la vita per la variante Omicron e la larga maggioranza di esse aveva più di 60 anni di età. Questo fattore – ha sottolineato – continua a incidere”.  

Inoltre “va sottolineato con chiarezza, dati provenienti dal Regno Unito documentano come contro Omicron la dose booster dia un’efficacia vaccinale dell’88%, mentre quella del ciclo vaccinale primario è del 65%. Ecco perché è fondamentale insistere sulle vaccinazioni”. 

“La scelta dell’obbligo vaccinale per i 50enni ha un suo razionale scientifico solido – ha rimarcato Locatelli – Prima dei vaccini il tasso di letalità andava a salire in maniera importante sopra i 50 anni”.  

Poi, a una domanda sulle cure, ha risposto: “C’è stata grande attenzione anche alle cure per Covid-19 come gli anticorpi monoclonali e i farmaci antivirali. Però è bene mettere in fila tutti i punti: solo un monoclonale è attivo contro Omicron”. Per questo “ci siamo attivati per l’acquisto dei 2 antivirali”.  

Sugli ultimi provvedimenti anti Covid adottati dal governo, il presidente del Consiglio superiore di sanità ha spiegato che “all’interno del Cts, il Comitato tecnico scientifico, non c’è nessuna voce dissonante rispetto a quelle erano state le misure adottate dal governo. C’è stata una riunione non più tardi del giorno 7 dicembre e di fatto si è analizzata la situazione epidemiologica del Paese senza che si levasse una sola voce dissonante rispetto a quello che era stato adottato”. Locatelli ha aggiunto che “non c’è mai stata una posizione che non fosse di tutela e di supporto prioritario della scuola e non si è mai posto il problema di avere le nostre posizioni non ascoltate”.