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Speranza: “La ripartenza della sanità dai territori è la nostra scelta di fondo”

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“Una sanità più vicina alle persone, rimettendo radici nei territori, è la prima scelta che compiamo e per raggiungere questo obiettivo servono riforme e investimenti”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, in audizione in Commissione Affari sociali della Camera sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

“La nostra scelta di fondo è ripartire dai territori, dai bisogni delle persone e dai bisogni di salute che le comunità esprimono e da queste esigenze far discendere obiettivi, modelli organizzativi e la spesa necessaria”.

“Il piano inviato alla Commissione europea è scaturito da un’analisi di contesto che ha evidenziato alcuni limiti e difficoltà del nostro servizio sanitario nazionale che non nascono col Covid. La pandemia ha reso ancora più evidenti almeno tre limiti già preesistenti: il ritardo accumulato nell’adeguare il nostro Ssn a un mutato contesto demografico ed epidemiologico, il deficit digitale della sanità italiana e la crescita della disuguaglianza di accesso ai Livelli essenziali di assistenza”. Ha spiegato Speranza.

“Siamo un Paese che invecchia e si ammala di più – ha aggiunto il ministro – ed ecco perché c’è stata un’esplosione delle malattie croniche” che ha avuto come effetto quello di “sviluppare una pressione significativa sugli ospedali. Il tutto è avvenuto durante una troppo lunga stagione di tagli che indeboliva il radicamento della nostra sanità territoriale”.

“Annuncio in questa sede un’importante novità che considero molto rilevante per il futuro del nostro Ssn. Grazie ad una collaborazione proficua con il ministro per la Coesione Mara Carfagna si aggiungeranno altre risorse, sempre di matrice europea: circa 625 milioni. L’Italia per la prima volta nella sua storia avrà finanziato dalla Commissione europea un piano operativo nazionale salute: si tratta di 625 milioni per la sanità del nostro Mezzogiorno”. Questi fondi per il Piano operativo nazionale salute “si vanno ad aggiungere ai fondi per la salute del Pnrr”. Obiettivo “contrastare la povertà sanitaria nelle 7 Regioni del Sud che hanno maggiori difficoltà ad erogare le prestazioni di assistenza, soprattutto alle fasce più vulnerabili”, ha aggiunto il ministro illustrando il Piano Nazionale rivolto alle Regioni meridionali, articolato su 4 priorità di intervento.

La prima è “il contrasto della povertà sanitaria”, per migliorare l’accesso ai servizi sanitari e sociosanitari da parte delle persone in queste condizioni, anche con l’erogazione gratuita di farmaci di fascia C e dispositivi medici extra-Lea. Le azioni previste in questo ambito sono il rafforzamento delle partnership istituzionali e con il terzo settore per l’identificazione e localizzazione del target di popolazione, l’emersione e la qualificazione dei bisogni di salute; il potenziamento della capacità dei servizi sanitari e socio-sanitari di rispondere ai bisogni di salute con accesso a bassa soglia, anche attraverso l’attivazione di Centri di prossimità contro la povertà sanitaria e l’outreaching; la realizzazione di azioni di educazione sanitaria volte all’empowerment dei gruppi più vulnerabili, anche tramite l’attivazione di comunità (referenti di comunità, associazioni, mediatori culturali).

Fra le priorità, ha spiegato il ministro, c’è anche la “medicina di genere, con il rafforzamento della rete dei consultori familiari, il loro potenziamento strutturale funzionale e la loro messa in rete con gli altri servizi sanitari e socio-assistenziali del territorio, per l’identificazione e l’attuale di percorsi integrati di assistenza attenti alle differenze di genere”. E ancora, ha spiegato Speranza, “insisterò in modo particolare sugli screening oncologici, terreno su cui il Mezzogiorno ha pagato un ritardo negli anni e su cui finalmente abbiamo risorse nuove”. Altra priorità “la salute mentale”, obiettivo “il potenziamento dei Dipartimenti di Salute mentale per la presa in carico efficace dei pazienti con disagio psicologico o disturbo mentale, anche in collaborazione con il sistema integrato degli interventi e servizi sociali e con il terzo settore, volti al recupero dell’autonomia personale, sociale e lavorativa.

“Una casa di comunità hub ogni 40-50mila abitanti con assistenza medica e infermieristica, e gli studi dei medici di medicina generale che saranno spoke delle case di comunità. L’obiettivo è entro il 2026 portare l’assistenza domiciliare al 10% per gli over 65”. Il ministro della Salute ha sottolineato inoltre l’importanza della telemedicina “sulla quale investiamo 1 miliardo di euro”.
“Abbiamo deciso di sottoscrivere con ciascuna regione e Provincia autonoma un contratto istituzionale di sviluppo (Cis) che verrà accompagnato da uno specifico piano operativo. Attualmente le regioni stanno procedendo alla compilazione di schede intervento”, in relazione all’individuazione dei siti,”ed entro il 28 febbraio sulla piattaforma nazionale vengono caricate le schede relative ai progetti per 1.350 case di comunità, 400 ospedali di comunità, 600 Centrali operative territoriale (Cot), 3.100 nuove grandi apparecchiature che sostituiscono quelle con più di 5 anni, 280 interventi di digitalizzazione di Dea e oltre 300 per rendere sicuri e sostenibili i nostri ospedali. I Cis andranno sottoscritti dalle Regioni entro il 31 maggio, e la milestone relativa entro il 30 giugno. Si tratta di circa 6mila interventi, è una sfida ambiziosa ma alla nostra portata”.

“Investiamo 50 milioni di euro per dare nuovo impulso all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella cure del paziente. Saranno sviluppati servizi di supporto al medico per condurre l’anamnesi e giungere alla diagnosi. Il sistema fornirà informazioni e suggerimenti non vincolanti ma preziosi”. Ha proseguito il ministro della Salute, Roberto Speranza, in audizione in Commissione Affari sociali della Camera sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

“Un investimento significativo del Pnrr mira alla valorizzazione delle competenze dei professionisti” della sanità. “Sono stati predisposti tutti gli atti per il finanziamento di ulteriori 900 borse per la medicina generale. Nel corso dei prossimi mesi si attiveranno le procedure per il completamento di altri due cicli formativi per un totale di 2.700 borse di studio aggiuntive per un importo complessivo di 101,9 mln di euro”. Così Speranza aggiungendo che “per il superamento dell’imbuto formativo sono stati definiti atti per il finanziamento di ulteriori 4.200 contratti di formazione medico specialistica aggiuntivi”.

“Dobbiamo lavorare attraverso un nuovo accordo collettivo nazionale per rompere la sostanziale distanza che c’è oggi tra il lavoro del medico di medicina generale e il resto del Servizio sanitario nazionale”. Un “punto di debolezza perché il medico si sente da solo se è sconnesso dal Ssn e il Ssn è a sua volta è più debole”. Ha concluso il ministro della Salute, riferendo che a questo fine si sta “lavorando con Regioni e sindacati della medicina generale”.