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Referendum giustizia. Quesito 5: Elezioni dei magistrati al Csm

Lorenzo Ottanelli
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referendum sulla giustizia

12 giugno, giorno di elezioni. Amministrative ed enti locali. Ma anche referendum, 5 quesiti per abrogare alcune norme riguardanti la giustizia. Ogni giorno vi spiegheremo un quesito referendario, senza dare pareri su come votare, ma cerchiamo di spiegare quali sono i motivi che hanno portato alla scelta di chiederne l’abrogazione e i cambiamenti che apporterebbero. Nei giorni scorsi abbiamo parlato di 4 quesiti. Siamo partiti con l’abrogazione del Decreto Severino, poi abbiamo parlato della Custodia cautelare. Il terzo quesito riguarda la Separazione delle carriere, mentre il quarto riguarda la ridefinizione dei Consigli giudiziari e la valutazione dei magistrati. Oggi parliamo, invece, dell’ultimo: l’elezione al CSM

Elezione del CSM – Scheda verde

Il Consiglio superiore della Magistratura è l’organo di controllo e di governo dell’autonomia giudiziaria. È formato dai membri togati (magistrati, compongono i 2/3 dell’assemblea, sono eletti da altri magistrati), i membri laici (1/3, votati dal parlamento), il Presidente della Repubblica, il primo presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione. Il referendum andrebbe a modificare la presentazione delle candidature per le elezioni dei membri togati, ovvero dei magistrati.

Il testo

Volete voi che sia abrogata la legge 24 marzo 1958, n. 195 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento del Consiglio superiore della magistratura), nel testo risultante dalle modificazioni e integrazioni ad esso successivamente apportate, limitatamente alla seguente parte: art. 25, comma 3, limitatamente alle parole “unitamente ad una lista di magistrati presentatori non inferiore a venticinque e non superiore a cinquanta. I magistrati presentatori non possono presentare più di una candidatura in ciascuno dei collegi di cui al comma 2 dell’art. 23, né possono candidarsi a loro volta”?”

La norma nel dettaglio

Come detto sopra il Consiglio superiore della Magistratura, presieduto dal Presidente della Repubblica, è formato per 2/3 da magistrati che vengono eletti dai magistrati stessi. Per proporsi alle elezioni, oggi, servono almeno 25 firme di altri magistrati a sostegno della presentazione della candidatura.

Se vince il sì

Se vince il sì al referendum della giustizia viene abrogata quella parte della legge che richiede la raccolta di firme. Si tornerebbe, così, alla versione originale della legge, datata 1958. Ovvero, ogni magistrato può candidarsi in autonomia e libertà senza il supporto di altri magistrati e senza il supporto delle correnti politiche interne al CSM, alcune centriste, altre più vicine alla sinistra, altre alla destra.

Cosa dice chi è a favore

Secondo i promotori, eliminare la richiesta di firme andrebbe a depotenziare la lottizzazione delle nomine e il potere delle correnti politiche. Così i magistrati non verrebbero più eletti per i propri orientamenti politici e l’appartenenza a una lista, ma per la propria valutazione professionale e personale. Le correnti, infatti, sono accusate di favorire clientelismi, lottizzazioni delle cariche, avanzamenti di carriera legati all’appartenenza politica, e di compromettere la neutralità e l’efficienza dello stesso Csm.

Cosa dice chi è contro

I contrari al referendum sulla giustizia esprimono molti dubbi sul fatto che sia sufficiente eliminare l’obbligo di firme per la propria candidatura per indebolire le correnti. In fondo, le associazioni interne al CSM non verrebbero sciolte e la possibilità di prendere decisioni interne sui candidati non verrebbe messa in discussione.

In più, sarebbe anche incostituzionale sciogliere libere associazioni. La nostra Carta, infatti, all’art. 49 parla di libertà di associarsi in partiti per ogni elezione. Ogni legge elettorale, in effetti, prevede la presentazione di candidature attraverso raggruppamenti.

Cosa cambierebbe con la Riforma Cartabia

Tuttavia, è al vaglio del Parlamento la Riforma Cartabia, che interviene sulle elezioni interne al Csm. Anche in questo caso verrebbe eliminato, così come secondo referendum, l’obbligo di richiesta di 25 firme per la candidatura dei magistrati.

La riforma, però, è più organica e interviene anche sulla legge elettorale del Csm, con una nuova formula mista di maggioritario e proporzionale, che dovrebbe rendere più .