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L’ambasciatrice della Polonia in Italia: “Propaganda russa non cambia fatti, guerra bestiale”

Adnkronos
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(Adnkronos) – “La Federazione Russa ha compiuto una brutale aggressione contro l’Ucraina. Quella in corso è una guerra bestiale e sanguinosa contro uno Stato sovrano. Questi sono i fatti. Nemmeno la più sofisticata propaganda russa può cambiarli”. L’ambasciatrice polacca in Italia, Anna Maria Anders, risponde così all’Adnkronos commentando le parole del suo omologo russo Sergej Razov. Intervistato dall’Adnkronos il diplomatico aveva più volte usato la definizione di ‘operazione militare speciale’ riferendosi al conflitto in atto e alle trattative di pace suggerite dalla Russia e ‘snobbate’ – a suo dire – da Kiev. “Affinché i negoziati di pace siano efficaci e conducano alla pace tanto desiderata, devono portare a condizioni che gli ucraini possano accettare. Lasciamo, pertanto, che siano gli ucraini stessi a esprimersi con la propria voce sui negoziati di pace proposti dalla Russia”.  

“Finora, tutti i tentativi di giungere a un cessate il fuoco non hanno prodotto i risultati desiderati. La comunità internazionale non cesserà di compiere ogni possibile sforzo. La pace è l’obiettivo comune di tutti noi – aggiunge l’ambasciatrice – ma non può essere raggiunto sopra le teste degli ucraini. In quanto diplomatico, ritengo che si debbano cercare opportunità per trattative diplomatiche. Tuttavia, affinché queste siano efficaci e producano un risultato duraturo, occorre innanzitutto la reale volontà di entrambe le parti. Aspettiamo un segnale dell’esistenza di tale condizione. Permettetemi di citare le parole del presidente polacco Andrzej Duda: Se la guerra deve finire, dovrebbe finire alle condizioni che l’Ucraina accetterà partecipando ai negoziati. Ribadiamo che nulla può avvenire al di sopra delle autorità di Kiev e nulla può avvenire al di sopra delle teste degli ucraini”.  

TENSIONI CON GERMANIA PER MANCATO INVIO CARRI LEOPARD 

“Commentare le relazioni tra Germania e Polonia non rientra nelle mie competenze. Posso dire però che la Polonia sta inviando armi all’Ucraina. Non è solo un nostro dovere morale. Dopotutto, gli ucraini stanno combattendo per la libertà del loro Paese, versando allo stesso tempo il loro sangue anche per la libertà e la sicurezza degli europei. Migliaia di vittime innocenti sono morte per mano dell’aggressore russo”. L’ambasciatrice polacca si smarca dalla polemica con il governo tedesco, accusato dal presidente Duda di non aver mantenuto la promessa di rifornire la Polonia con i carri Leopard e all’Adnkronos spiega: “Il nostro premier, Mateusz Morawiecki, ha potuto constatare l’immensità delle sofferenze del popolo ucraino quando il primo giugno si è recato a Borodjanka. Lo stesso giorno si sono svolte le prime consultazioni intergovernative polacco-ucraine. La Polonia è il primo Paese, dopo l’invasione russa di febbraio, a incontrare il governo ucraino con questa formula”.  

MILIONI DI MIGRANTI UCRAINI IN POLONIA 

“Più di 6,5 milioni di rifugiati ucraini sono stati costretti a fuggire dal loro Paese dall’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina. Ulteriori milioni di persone hanno dovuto reinsediarsi all’interno del Paese. In totale, circa 3,7 milioni di persone sono arrivate in Polonia dall’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. Come Polonia, sentiamo una grande responsabilità di aiutare e accogliere i nostri vicini nel nostro Paese. Li trattiamo come ‘ospiti'”, sottolinea l’ambasciatrice polacca in Italia commentando l’afflusso di migranti in fuga dalla guerra nel suo Paese ad oggi al primo posto per accoglienza. “I polacchi, intendo i cittadini comuni – dice – si sono impegnati ad aiutare gli ucraini su una scala senza precedenti, ospitandoli nelle loro case, aiutandoli a trovare lavoro o condividendo con loro i propri mezzi di sussistenza”.  

“Anche a livello governativo abbiamo introdotto molte soluzioni sistemiche con l’obiettivo di consentire ai cittadini ucraini che intendono rimanere in Polonia per un periodo più lungo di iniziare a funzionare normalmente, diventare indipendenti, adattarsi, prendersi cura dei propri figli, andare a lavorare. Negli ultimi tre mesi – spiega ancora – i punti di accoglienza hanno fornito assistenza a oltre 950 mila rifugiati provenienti dall’Ucraina. Oltre 350.000 persone hanno beneficiato di alloggi organizzati in quasi 6.000 strutture. In totale, più di un milione di numeri Pesel (equivalente del codice fiscale italiano, ndr) sono stati rilasciati a cittadini ucraini. Stanziamo ingenti risorse per sostenere i rifugiati e i governi locali che li ospitano. I fondi aggiuntivi dell’Unione Europea saranno certamente utili per gestire la situazione attuale”.  

SANZIONI E CONSEGUENZE 

La Polonia è rimasta senza il gas russo perché non intende pagarlo in rubli, nel rispetto delle sanzioni Ue in materia bancaria contro la Federazione Russa. “Chiedendo il pagamento in rubli per il gas, la Russia ha violato i termini del contratto con la Polonia. Così facendo – risponde all’Adnkronos l’ambasciatrice polacca Anders – ha anche dimostrato di non essere una controparte affidabile. Ci stavamo preparando a questo momento da diversi anni. Abbiamo diversificato le fonti di approvvigionamento di gas e sviluppato le infrastrutture necessarie, come il porto del gas di Świnoujście e una serie di interconnettori. I nostri stoccaggi sono pieni per il 95%. Siamo pertanto in grado di farcela anche senza il gas russo. Finora le forniture alle case delle famiglie polacche o alle imprese non hanno subito interruzioni”.  

“Quest’autunno sarà completata la costruzione del nuovo gasdotto Baltic Pipe che consentirà l’importazione del gas dalla Norvegia. Contiamo sul fatto che la Polonia diventerà allora del tutto indipendente dalla fornitura russa – annuncia – A nostro favore giocano anche le robuste basi dell’economia polacca che le consentono una notevole resistenza alle crisi. Nel quarto trimestre del 2021, il livello del Pil polacco era già superiore di quasi il 5% rispetto a prima della pandemia. Nonostante le perturbazioni nelle catene di approvvigionamento globali, la nostra industria ha dimostrato una grande capacità di adattamento: il calo della produzione industriale nel 2020 è stato solo dell’1,9%, mentre alla fine del 2021 la sua crescita ha raggiunto il 14,8%. Allo stesso tempo, la situazione sul mercato del lavoro in Polonia è davvero buona: secondo i dati Eurostat, a marzo di quest’anno il tasso di disoccupazione in Polonia era pari al 3%, contro la media Uedel 6,2%”. 

“Riteniamo inoltre che ogni sfida porti con sé un elemento di opportunità – conclude Anders – in questo caso, la possibilità per l’intera Comunità di rendersi conto di quanto la Russia sia inaffidabile e disposta a ricorrere ad una strategia ‘divide et impera’. E di capire che l’unica strada possibile per l’Europa è quella di liberare, senza indugi e senza ricorrere a mezze misure, l’intera Ue dalla dipendenza energetica dalla Russia”. 

di Silvia Mancinelli