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In arrivo Abel, il robot che ‘parla’ ai pazienti con demenza

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(Adnkronos) – In arrivo il robot Abel capace di interagire con empatia con i pazienti affetti da disturbi di neurosviluppo e con demenza. La startup, Emotiva ha infatti annunciato di avere stretto una collaborazione con il Centro di Ricerca “Enrico Piaggio” dell’Università di Pisa per realizzare Abel, un umanoide in grado di relazionarsi empaticamente con pazienti affetti disturbi del neurosviluppo e neurodivergenza. In concreto, per i pazienti non più in grado di verbalizzare, con problemi di comprensione ed espressione delle emozioni – come, ad esempio, i disturbi comportamentali e disturbi dello spettro autistico – Abel abbatte le barriere della comunicazione attraverso un profondo coinvolgimento socio-emotivo.  

Andrea Sempi di Emotiva vede un evidente vantaggio da questa collaborazione: “Emotiva e il team di ricerca del Centro ‘Enrico Piaggio’ condividono una visione comune per migliorare l’interazione uomo-macchina costruendo uno strumento che ci aiuti a comprendere meglio i processi cognitivi ed emotivi umani”. Ma il progetto Abel va oltre il riconoscimento delle emozioni. Abel può infatti supportare una sfida sanitaria del XXI secolo in rapida crescita: la demenza. Oggi 55 milioni di persone nel mondo sono affette da demenza. Entro il 2050, questo numero sarà quasi triplicato fino a 152 milioni, ovvero 1 persona su 85 (OMS). “Utilizzando la sua capacità di apprendere e mostrare empatia, Abel sarà uno strumento efficace per contribuire a migliorare l’assistenza ai malati di demenza, colmando le lacune comunicative e fornendo un’altra forma di sostegno ai caregiver e ai familiari” spiega Lorenzo Cominelli, ricercatore post-dottorato presso il Centro di ricerca. 

L’umanoide migliora continuamente le sue capacità empatiche e le interazioni bidirezionali, imparando a leggere ed estrarre le emozioni reagendo in modo appropriato, grazie al sistema di classificazione delle emozioni sviluppato da Emotiva, spiegano i ricercatori. Una delle grandi sfide del progetto è quella relativa alla patologia della demenza: le capacità empatiche di Abel potranno migliorare l’assistenza ai pazienti colmando i gap comunicativi e fornendo supporto ai caregiver familiari, assicurano gli studiosi.