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Conte: “Non voteremo la fiducia domani in Senato”. Si apre la crisi di governo?

Lorenzo Ottanelli
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Alla fine della conferenza stampa di questa sera, il Capo del Movimento 5 Stelle ha deciso. La crisi di governo si paventa immediata: domani il gruppo al Senato non voterà la fiducia al Dl Aiuti.

In molti, dallo stesso Draghi, passando da Salvini e Letta hanno escluso un esecutivo senza la maggioranza che ha creato il governo nel gennaio 2021. Dal fronte centrista in tanti cercano una quadra per cercare di concludere la legislatura.

Una sola cosa è certa: se il Presidente del Consiglio dovesse lasciare sarebbe inevitabile sciogliere le camere. Sembra molto improbabile che tutte le forze politiche della maggioranza si coagulerebbero attorno a un’altra figura di alto profilo.

Se Draghi abbandonasse, l’Italia si troverebbe a dover mettere a repentaglio l’applicazione del Pnrr e le transazioni da Bruxelles a Roma. Non solo, il ruolo geopolitico di politica internazionale, che sembravano portare l’esecutivo a un livello alto all’interno dell’economia europea e mondiale si sfalderebbero per fare i conti con una grossa incognita. L’Italia mostrerebbe la sua incoerenza e la prospettiva per un futuro di maggioranza di centrodestra non rappresenta una probabilità alta di riuscita.

Incognite troppo ampie, in Germania esiste la sfiducia costruttiva. Forse sarebbe necessaria anche in Italia. Dal 2018 ad oggi sono già apparsi tre esecutivi. Tra l’altro la crisi attuale non incontra il favore di nessuno. Conte continuerebbe nel solco dei due Mattei: far cadere un governo per un interesse elettorale. Ma entrambi hanno perso la scommessa, al tempo. E oggi?

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Nel gruppo pentastellato in tanti mostrano incertezza: rimanere o lasciare, entrando in Insieme per il futuro, la nuova lista di Di Maio? Il M5s sta scomparendo e questa sembra l’ultima scintilla prima del buio. La scelta di Conte come capo del movimento oggi sembra esageratamente emotiva. Sarà stata la scelta giusta?

Sappiamo che la crisi di governo porterà più incertezza e una crisi economica ancora più grave. C’è da chiedersi se tutto ciò fosse davvero necessario. Intanto si spera nel miracolo.