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Elezioni 2022, centrodestra: la divisione dei collegi

Adnkronos
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(Adnkronos) –
Sarebbe stato raggiunto un accordo di massima nel centrodestra sulla ripartizione tra le varie forze della coalizione in vista delle elezioni politiche 2022 del 25 settembre. Secondo quanto apprende l’Adnkronos, si sarebbe ragionato su ‘numeri’ precisi: 98 collegi spetterebbero a Fdi, partito che ora ha il primato di consensi secondo i sondaggi; 11 ai centristi (Udc-Noi con l’Itaia e Coraggio Italia), 42 a Forza Italia e 70 alla Lega.  

”E’ stato trovato l’accordo su tutto, anche sui collegi” si è limitato a dire Luigi Brugnaro, fondatore di ‘Coraggio Italia’. La ripartizione dei collegi uninominali avverrà sulla base di “una media dei sondaggi” secondo Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia al termine del vertice. Lasciando Montecitorio l’ex presidente del parlamento europeo ha aggiunto: “Il centrodestra è unito, ci candidiamo a governare il Paese”. 

Il problema, però, raccontano, starebbe nella quota assegnata ai piccoli della coalizione, che sarebbe troppo stretta se dovesse essere suddivisa tra Udc, Noi con l’Italia di Maurizio Lupi e Coraggio Italia di Luigi Brugnaro. Raccontano, infatti, che in un primo momento i centristi avrebbero chiesto 16-17 collegi e solo alla fine si sarebbe arrivati a 11, con una sorta di misunderstanding su chi si farà carico dell’Udc, giocando peraltro sui numeri stretti in partenza per tutti.  

Nessuno vuole parlare apertis verbis, anzi da alcuni partecipanti al vertice di ambienti centristi arriva il ringraziamento a Giorgia Meloni per la sua generosità: “Ha dimostrato visione politica e spirito unitario”, fanno notare. Ma se Nci e Coraggio Italia sarebbero rimasti soddisfatti dall’intesa raggiunta, l’Udc non avrebbe fatto salti di gioia, anzi. Nel partito di Lorenzo Cesa ci sarebbero forti malumori per l’esito della trattative. Qualcuno riferisce che l’Udc fosse sul punto di ‘sollevare il caso’ pubblicamente, ma alla fine prevale la volontà di continuare a confrontarsi, con l’auspicio di riuscire a ricalibrare le quote dei collegi.