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Tra selfie e giro in barca finisce la due giorni di Salvini a Lampedusa

Adnkronos
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(Adnkronos) – (Dall’inviata Elvira Terranova) – Inizia molto presto la seconda giornata lampedusana per Matteo Salvini. Alle 7.30 il leader della Lascia esce dalla Villa di Silvio Berlusconi, dove ha dormito la notte scorsa ospite dell’ex premier, e in costume da bagno raggiunge a piedi la spiaggia di Cala Francese, che dista a pochi metri dalla Villa. C’è già qualche turista mattiniero a farsi il bagno. E immancabilmente arrivano le richieste di selfie. “Io non ho fatto in tempo, peccato…”, dice una signora anziana con un bikini dorato pieno di paillette, che si è messa davanti all’ingresso della villa in attesa di vedere Salvini. Un’attesa vana. L’ex ministro lascerà la villa di Berlusconi a bordo di un’auto con il lampeggiante. Non prima di avere ricevuto una visita istituzionale. Di buon mattino è arrivato, a sorpresa, il Comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Vittorio Stingo, accompagnato dal luogotenente Giuseppe Frenna, che comanda la stazione dei Carabinieri di Lampedusa. Alla domanda della cronista, all’uscita, sul perché la visita al senatore leghista, il colonnello Stingo si limita a dire: “Io vengo tutti i mesi a Lampedusa…”. E se ne va. Passano altri trenta minuti e Salvini lascia il suo ‘quartier generale’, dove in questi due giorni ha fatto anche diverse call e molte telefonate, e si reca nell’aula consiliare del Comune di Lampedusa. Qui lo aspettano l’eurodeputata leghista Annalisa Tardino e il vicesindaco Attilio Lucia. L’appuntamento con la stampa è alle 10.30.  

Camicia blu di lino e jeans, Salvini si siede accanto al vicesindaco e inizia a spiegare il motivo della sua visita a Lampedusa e le richieste ricevute dagli abitanti, ma anche dai pescatori. Dalla sanità al caro benzina. Un lungo ‘cahier de doleance’ in cui l’amministrazione ha elencato all’ex ministro dell’Interno i problemi più gravi dell’isola. Non senza lanciare frecciate ai suoi avversari del centrosinistra. “Sarà la quinta volta che vengo a Lampedusa, vedo che altri pontificano, da Letta a Renzi, da Calenda a Speranza. Non so quante volte siano venuti a Lampedusa, credo mai, ad ascoltare i lampedusani. Ma se vivi su internet i pescatori non li incontri, i cittadini non li incontri”.  

E racconta un aneddoto: “Ieri un armatore mi ha detto: ‘Quando lei era ministro qui non c’erano problemi’ e appena tornerò al Governo sarà così”.  

Naturalmente occhi puntato soprattutto sul problema immigrazione. “Stiamo maturando l’idea un commissario straordinario che arrivi dall’Esercito a gestire i flussi, dei controlli per non gravare solo sulle questure e le prefetture”, ha detto Matteo Salvini parlando con i giornalisti a Lampedusa. “La soluzione non è quella di riempire l’italia di centri per immigrati – dice – Non capisco l’apertura di un centro di accoglienza a Pantelleria, significa dire ‘Avanti c’è posto per tutti'”. E quando i cronisti gli chiedono chi potrebbe essere, dice: “Penso ad un nome come quello di Figliuolo, oppure come Bertolaso”. Poi lancia ancora la sua autocandidatura al Viminale. Dice e non dice, Salvini. “In tanti mi dicono che non vedono l’ora che arrivi il 25 settembre, io dico che il 26 settembre non ci saranno miracoli ma riporteremo al governo un po’ di serietà e di dignità e coerenza”, ripete.  

Capitolo Sicilia, inevitabile dopo le dimissioni del Governatore Nello Musumeci. “È fondamentale che il centrodestra si presenti unito. Ci abbiamo messo tre anni a ritrovarci”, ammonisce. Ma chi lo indicherà il candidato governatore? “Lo decideranno i siciliani”, ribatte Salvini. “Non decide né Roma né Milano”. Però fa sapere che la Lega “ha almeno tre persone perfettamente in grado”. I nomi? No, niente nomi. Annuncia anche che le liste “sono già pronte” e che “ci saranno esponenti di diverse culture politiche, non saranno liste di militanti della Lega, ci saranno sindaci con altre esperienze, imprenditori e professionisti senza tessera in tasca e altre culture politiche che ci sono sull’isola”. 

Parla anche del dl Aiuti, il leader leghista. “Io non so che possibilità emendativa ci sia in un Parlamento sciolto,non so se nel decreto Aiuti bis c’è, ad esempio, l’emendamento Lampedusa-Pantelleria, che era una spesa irrisoria ma azzerava le accise. Qualche piccolo miglioramento ci potrebbe stare, ma sono in ballo 14 miliardi e non so quanto un parlamento dove nascono partiti dalla notte alla mattina possa stare lì ad emendare un decreto, mi vanno bene i 14 miliardi alle famiglie e alle imprese”, dice. Poi, alla domanda della cronista che gli chiede come mai ha dormito nella villa di Silvio Berlusconi da due milioni di euro, taglia corto: “Era da tempo che Silvio Berlusconi mi diceva ‘Se mai andrai a Lampedusa sarai ospite mio’ e io ho detto ‘Pronto, mi sacrifico’. Ho dormito bene, comunque”. Punto. E’ passato mezzogiorno e Salvini si alza dopo avere detto: “Questo è sequestro di persona”, dopo l’ennesima domanda dei giornalisti. Per lui una doccia veloce e poi un giro in barca. Organizzato dal vicesindaco Attilio Lucia, il fan numero uno di Salvini, “dal 2015”, come tiene a sottolineare lo stesso giovane vicesindaco che in questa due giorni ha fatto da guida a Salvini. Alle 15.40 il volo per Milano. Domani lo aspetta Bergamo e domenica Trento. “Ma tornerò presto in Sicilia”, dice all’Adnkronos. “In vista delle Regionali”, che si terranno lo stesso giorno delle politiche, il 25 settembre, “mi farò vedere più spesso…”. Il corteo di auto si allontana. Finisce così la due giorni tutta lampedusana di Matteo Salvini. “Ma la prossima volta andrò anche a Linosa”, chiosa prima di entrare in macchina.