Le province di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia, che rappresentano circa il 15 per cento del territorio dell’Ucraina, si preparano oggi a tenere referendum per l’adesione alla Russia. Le urne resteranno aperte fino al 27 settembre. L’Ucraina e i suoi alleati della comunità internazionale hanno già parlato di referendum farsa chiarendo che non verranno riconosciuti sul piano legale e politico.
Il voto si svolgerà “porta a porta e nelle comunità per motivi di sicurezza”, ha scritto la Tass, alla vigilia del voto. In queste regioni sono in corso combattimenti, le forze ucraine stanno avanzando sul territorio, una parte della popolazione è fuggita e l’altra è sottoposta a occupazione militare russa. Ai referendum si cercherà di far votare anche minorenni di 13-17 anni, compresi ragazzi provenienti dagli orfanatrofi, per ampliare il numero dei votanti, secondo i servizi di sicurezza ucraini, citati da Ukrainska pravda. “Per poter rafforzare il controllo sull’affluenza, i minori dovranno essere accompagnati ai seggi dai genitori, i tutori o i rappresentanti dei cosiddetti orfanatrofi dei territori temporaneamente occupati”, riferiscono i servizi ucraini.
Come si trattasse di elezioni normali, la Tass ha elencato i numeri dei seggi allestiti in Ucraina, aggiungendo che sarà possibile votare anche in Russia. Nell’autoproclamata repubblica di Donetsk, fanno sapere, sono stati stampati 1,5 milioni di schede, mentre nelle regioni di Zaphorzhzhia e Kherson vi sono rispettivamente 500mila e 750mila persone sui registri dei votanti. L’agenzia pubblica inoltre sondaggi che prevedono un’alta partecipazione, fra il 72% e l’87%. A completare la finzione si parla della presenza di osservatori internazionali, senza però citare numeri o paesi di provenienza.
La Tass ha inoltre sottolineato che le autorità locali stanno apprestando misure di sicurezza a causa della minaccia di bombardamenti ucraini. E si parla di poliziotti che accompagneranno i funzionari elettorali nelle operazioni porta a porta.
Nuove sanzioni alla Russia
Arriveranno, presto, nuove sanzioni alla Russia. Il messaggio politico, chiaro, è stato lanciato sia dalla presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, “siamo pronti a imporre ulteriori costi economici alla Russia”, sia dall’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, “studieremo e adotteremo nuove misure restrittive, sia personali che settoriali”. Una reazione considerata necessaria dopo l’escalation voluta da Vladimir Putin con la mobilitazione e l’annuncio dei referendum per l’annessione delle aree occupate in Ucraina.
Zelensky
Intanto un appello a “protestare” contro la mobilitazione parziale, ordinata dal presidente Vladimir Putin, è stato rivolto ai russi in un videomessaggio dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “Cinquantacinquemila soldati russi sono morti in questi sei mesi di guerra. Decine di migliaia sono feriti e mutilati. Ne volete di più? No? Allora protestate. Reagite”, ha detto Zelensky, sottolineando che le uniche opzioni che i soldati russi hanno per sopravvivere sono “scappare o arrendersi”.
Lavrov
I referendum sull’annessione alla Russia che si terranno nelle regioni del Donbass, di Kherson e Zaporizhzhia, ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, sono una risposta all’invito ai russi di lasciare l’Ucraina fatto dal presidente Zelensky. “L’apoteosi è stata un’intervista rilasciata dal signor Zelensky il 5 agosto dello scorso anno nella quale ha consigliato a tutti coloro che si sentono russi di andare in Russia per il bene dei loro figli e dei loro nipoti”, ha detto Lavrov, aggiungendo che le recenti decisioni sui referendum “sono una risposta al suo desiderio (di Zelensky, ndr.)”.
“L’obiettivo degli Stati occidentali è ovvio, non lo nascondono e lo dichiarano: prolungare il più possibile le ostilità, nonostante le vittime e le distruzioni, per esaurire e indebolire la Russia”, ha detto Lavrov, intervenendo al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
“Una tale linea significa la diretta il coinvolgimento dei paesi occidentali nel conflitto ucraino, li rende partecipi – ha aggiunto secondo quanto riporta la Tass – Anche l’incitamento deliberato a questo conflitto da parte dell’Occidente collettivo rimane impunito”.
All’Onu, a margine dell’Assemblea generale, Lavrov ha incontrato il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, come riferisce su telegram il ministero degli Esteri russo, che posta anche una foto della stretta di mano.
Le proteste
Notizie di proteste contro la mobilitazione dei riservisti, per andare a combattere in Ucraina, arrivano dalla repubblica russa del Daghestan nella regione del Caucaso. Sul sito del Guardian si vedono due video, uno mostra una colonna di auto che blocca per protesta una superstrada a Babaiurt, l’altro un acceso scambio fra un gruppo di uomini e una funzionaria dell’ufficio di reclutamento. La donna dichiara che bisogna combattere per difendere il futuro, ma un uomo ribatte: “Non abbiamo nemmeno un presente, di che futuro parli?”.