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Un Franco Zeffirelli segreto per i suoi novant’anni. In onda il 12 su Rai Storia

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franco-zeffirelliFranco Zeffirelli mai visto. Quello segreto, nascosto, più intimo. Lontano dalle polemiche superficiali e vicino ad una dimensione spirituale che – pur avendo accarezzato costantemente la vita del Maestro – mai si è mostrata come in occasione dell’intervista rilasciata a Rai Storia per il suo novantesimo compleanno, il 12 febbraio. Un documento che, per questo, diventa unico ed eccezionale, ideale per celebrare una tra le figura più rappresentative del panorama culturale italiano. Un’ora nel corso della quale Rai Storia ricostruisce le tappe principali di un’esperienza oltre che artistica, umana e spirituale. La figura che si propone è realmente fuori dal comune, soprattutto rispetto a ciò che il mondo ha fino ad oggi conosciuto di Zeffirelli. Inusuale, disposto al racconto più intimo, a svelare le radici profonde della sua arte. Spiritualità e riflessione nuove che emergono – per la prima volta e contemporaneamente – con grande forza ed estrema delicatezza. In questo percorso – più umano che artistico – emergono forti i personaggi che hanno segnato la vita del Maestro.
“Andavamo da Giorgio La Pira tutti i pomeriggi a San Marco – racconta Zeffirelli – e lui era felicissimo di vederci. Parlava dei miracoli come un tecnico: bisogna semplificare il sovrannaturale, diceva, perché noi siamo schiavi del naturale”. Poi San Francesco, “figura affascinante alla cui predicazione non si può resiste perché  – racconta il regista – Francesco parlava di cose dell’altro mondo come se fossero di questo mondo”. “Tutto è iniziato da una gita scolastica ad Assisi nel corso della quale sono rimasto come rimbambito. Da allora mi è entrata addosso la smania di un grande punto interrogativo della storia: chi era realmente Francesco d’Assisi? Su di lui – aggiunge Zeffirelli riferendosi alle sue opere – non ho fatto nemmeno la decima parte di ciò che sentivo e delle cose che ho scoperto, avvenimenti o fatti apparentemente normali nei quali ci trovi sempre elementi eccezionali e che portano ancora oggi a vedere quanto sia integrato, nella nostra cultura, lo spirito cristiano”. C’è anche un’altra figura di straordinaria spiritualità nella vita del regista: Madre Teresa di Calcutta. “Bastava stare un po’ con Lei – racconta Zeffirelli – e veniva fuori il paradiso. Una miniera di tensione spirituale, un’anima rivestita, ma un’anima bella, forte, che non perdonava il peccato perché lo vedeva come un’offesa alla verità, un crimine grave. Proprio come ammazzare. Perché, per Madre Teresa, il peccato era in grado di uccidere un processo spirituale”.
Nel suo percorso Zeffirelli non dimentica nemmeno i grandi personaggi che, insieme a lui, hanno fatto storia nell’arte e nella cultura del mondo. Come Maria Callas: “Ignorante come una cornacchia – dice Zeffirelli -, non ha mai letto un romanzo importante, non era una donna di cultura ma faceva cultura. Povera donna. Uno dei più grandi geni creati dall’umanità ha avuto una vita sporcata da individui indegni. Lei, comunque, ha lasciato una traccia indelebile” . Poi è la volta di Edoardo De Filippo: “Un uomo unico, lui mi ha voluto un bene paterno, uno dei pochi che mi ha difeso dall’indifferenza, dalla cattiveria e dalla gelosia della cultura italiana di quell’epoca”. L’intervista a Rai Storia termina con una conclusione che nessuno, nemmeno i più fedeli conoscitori di Zeffirelli, oserebbero immaginare. “Sono superbo abbastanza per dire, sono un uomo favorito. Uno come me non c’è giorno che non commetta peccati orrendi. Ma, alla fine di ogni giornata, mi raccolgo per chiedere scusa a Dio”.

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