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Governo Meloni, Berlusconi ‘compensa’ Giustizia con Energia

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(Adnkronos) – Alla fine della fiera Silvio Berlusconi incassa 5 ministri, uno in più della Lega, tre con portafoglio (Esteri; Transizione ecologica e Università), due senza (Riforme e Pubblica amministrazione). Nel Consiglio dei ministri approdano per la prima volta il numero due del partito, il deputato Antonio Tajani, nella doppia veste di responsabile della Farnesina e vicepremier (è stato in pole come capo delle feluche sin dall’inizio e ha resistito nonostante la bufera che tra travolto il Cav per gli audio rubati filoputiniani) e l’ex presidente del Senato, riconfermata a palazzo Madama, Elisabetta Alberti Casellati, assegnata alle Riforme dopo essere stata trai papabili alla Giustizia, almeno nelle intenzioni dell’ex premier. Ritorna a palazzo Chigi (è stata ministro senza portafoglio delle Politiche Ue nel Berlusconi quater) la capogruppo uscente di Fi al Senato, Annamaria Bernini (rieletta senatrice), che va al dicastero della Ricerca e dell’Università. 

A sorpresa, invece, è rimasta fuori in zona Cesarini l’anatomopatologa Gloria Saccani Jotti, favorita per l’Università e considerata in ‘quota Fascina’, perchè molto amica della ‘quasi moglie’ del leader forzista, mentre ce l’ha fatta il manager ligure e senatore Paolo Zangrillo (fratello minore di Alberto, medico personale del Cav e presidente del Genoa calcio), promosso alla Pubblica amministrazione. Nella squadra governativa (come previsto dal totonomi degli ultimi giorni) entra il biellese Gilberto Pichetto Fratin, gradito a Fdi (in particolare al piemontese Guido Crosetto) e in buoni rapporti con Tajani, che va alla Transizione ecologica, ora ribattezzata ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, considerato un dicastero di peso come ‘compensazione’ per la perdita della Giustizia. 

La delegazione governativa di Fi non è stata di facile composizione, a causa della lotta tra ‘ronzulliani’ e ‘governisti’ Forza Italialo-Tajani. A complicare le cose, poi, il colpo di scena in serata della nota diffusa dall’ufForza Italiacio stampa della Meloni per precisare che, “a seguito di un errore di trascrizione”, sono state ‘scambiate’ le caselle di Zangrillo e Pichetto Fratin. Una precisazione che, però non avrebbe convinto tutti. Tant’è che è iniziata a circolare con insistenza la voce che non ci sia stato un errore di trascrizione, ma un cambio in corsa, legato alle divisioni interne a Forza Italia. 

Raccontano, infatti, che nella ‘battaglia per palazzo Chigi’ i numeri dicono che ha prevalso (anche se di poco) l’ala governista (con dentro il Cdm il tandem Tajani-Pichetto Fratin, che ha avuto deleghe pesanti grazie alla sponda della Meloni) ma di fatto Ronzulli è riuscita a strappare uno dei suoi nell’esecutivo con Zangrillo, che ha sostituito al fotoForza Italianish la Saccani Jotti, vicina alla Fascina e quindi anche lei nell’orbita della neo presidente dei senatori forzisti.  

A questo punto, raccontano, si tratterà di capire come cambierà la geograForza Italiaa politica interna di Forza Italia, dove attualmente i ‘Forza Italialo ronzulliani’ hanno di fatto in mano le redini del partito, visto che hanno espresso il capogruppo al Senato a quello alla Camera, nella persona di Alessandro Cattaneo. Secondo gli ultimi rumors, infatti, si sarebbe aperta la partita per il ruolo di coordinatore nazionale, ora ricoperto da Tajani, ma che potrebbe essere presto conteso e messo in discussione.