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‘Terraelectae’, il Sangiovese diventa il Cru del Chianti Rufina

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di Elisabetta Failla

Da alcuni anni i consorzi toscani, Chianti Classico in primis, sono alla ricerca di un’identità dei propri vini che raccontino il legame identitario con il proprio territorio. Sono nate così le UGA (Unità Geografiche Aggiuntive) per quanto riguarda il Chianti Classico, le Pievi per il Vino nobile di Montepulciano che devono essere inserite in etichetta. Un modo, questo, anche per aiutare il consumatore nella scelta di un vino identificandolo con il proprio territorio produttivo. Un modo per specificare ancora di più il termine francese terroir, ovvero l’insieme di elementi come il suolo, il clima, il microclima, la pianta e soprattutto l’uomo che, con la sua sapienza di lavoro, è in grado di offrire un prodotto di qualità eccelsa riconducibile e riconoscibile in quel luogo e solo in quello.

Quest’anno il Consorzio Chianti Rufina ha creato il marchio Terraelectae, un progetto che coinvolge le aziende della denominazione su base volontaria. Il Chianti Rufina è un comprensorio molto particolare, situato tra la Valle dell’Arno e il Mugello, attraversato dal fiume Sieve, ma soprattutto connotato dalla presenza dell’Appennino Tosco Romagnolo che ha un’influenza importante dal punto di vista climatico. La composizione dei suoli è abbastanza uniforme sulle due rive della Sieve, mentre l’altitudine varia tra terreni di bassa collina fino alla quota di 700 mslm la più alta all’interno dei confini del disciplinare. Quello che invece costituisce il fattore di maggiore caratterizzazione della zona è proprio l’esposizione, il microclima, delle singole vigne. L’Appennino influisce con schermi e barriere che riescono ad incanalare le correnti d’aria, intrappolano le piogge eccessive, mitigano gli eccessi di temperatura, redistribuiscono il tutto nel tempo e nei modi. La dimostrazione dell’eccezionalità di questi vini risiede anche nella grande capacità di invecchiamento. Il Chianti Rufina è parte del grande comprensorio del Chianti, ma le peculiarità della Rufina meritano una propria connotazione approfondita e puntualmente personalizzata metro per metro.

Aderendo al marchio collettivo Terraelectae ogni produttore individua la propria vigna simbolo all’interno della proprietà nel quale il Sangiovese esprime tutte le proprie caratteristiche nel modo migliore, con la massima qualità e con la maggior continuità possibile, anno dopo anno. Una sorta di Cru, per dirla alla francese. Le uve prodotte in questa vigna vengono vinificate nel rispetto delle regole di un Chianti Rufina Riserva e il vino verrà contrassegnato con tale marchio. Grande importanza viene data alla posizione della vigna e alla sue uve ma soprattutto l’obiettivo è quello di definire lo stile dei vini che rientrano in questo marchio in modo che, vendemmia dopo vendemmia sia sempre più riconducibile al vigneto di provenienza e sempre meno al metodo di lavorazione. Il progetto non prevede alcuna modifica al disciplinare, che comporterebbe una procedura lunga e complessa, ma in etichetta deve essere specificata la menzione “Vigna” o “Vigneto.  Questo fa sì che Terraelectae voglia essere un marchio di origine fortemente identitario ma anche un sigillo di garanzia che dimostri tutte le potenzialità del territorio appenninico della Rufina, da sempre espressione di vini eleganti e adatti a lunghi invecchiamenti.