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Bonus matrimonio, proposta Lega: reazioni e polemiche

Adnkronos
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(Adnkronos) – Un bonus matrimonio se ti sposi in chiesa. Ad accendere il dibattito politico è una nuova proposta di legge presentata da deputati della Lega che prevede un bonus fino a 20mila euro ripartito in cinque quote annuali, da corrispondere attraverso le detrazioni delle spese sostenute e documentate nella dichiarazione dei redditi, per chi decide di contrarre il matrimonio religioso e quindi di sposarsi in chiesa. Immediate le polemiche e la Lega annuncia un allargamento della misura. Il vicecapogruppo della Lega, Domenico Furgiuele, primo firmatario della proposta di legge in questione, spiega: “La proposta di legge a mia prima firma, volta a incentivare il settore del wedding, che per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no”. 

La proposta di legge è stata presentata da Domenico Furgiuele (vicecapogruppo), Simone Billi, Ingrid Bisa (segretaria della Giunta per le Autorizzazioni), Alberto Gusmeroli (presidente della commissione Attività produttive) ed Erik Pretto. Destinatarie dell’agevolazione le coppie under 35, con cittadinanza italiana da almeno 10 anni, e con un indicatore della situazione economica equivalente non superiore a 23.000 euro e a 11.500 euro a persona. 

Le reazioni alla notizia del bonus destinato ai soli matrimoni religiosi non si sono fatte attendere. “Il bonus solo per chi si sposa in chiesa oltre che essere palesemente incostituzionale, denota una cialtroneria rara e l’assoluta distanza dai problemi reali del Paese” ha twittato l’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti. “Ai leghisti che vogliono regalare 20mila euro di soldi pubblici solo a chi si sposa in chiesa, vorrei svelare un segreto (insegnatomi da un prete): lo Stato è laico. Chi crede in certi valori, non ha bisogno per testimoniarli della mancia corroborante: roba da mercanti del Tempio” il tweet del senatore del Pd Enrico Borghi. Sempre dal Partito democratico è intervenuta Ilenia Malavasi che in un tweet ha commentato: “Prima il dialetto veneto obbligatorio nelle scuole, poi il bonus matrimonio – 20mila euro solo se ti sposi in chiesa e sei cittadino da 10 anni (costo 16 milioni a spese dei contribuenti, credenti e non). Non sono queste le cose di cui ha bisogno il Paese”. 

“Al di là della probabile incostituzionalità, si conferma che la Lega di Salvini è letteralmente fuori controllo” ha scritto su Twitter Carlo Calenda. “E meno male che Zaia stamattina aveva prospettato una Lega quasi normale: ‘Basta battaglie di retroguardia’. Pronta la risposta della Lega romana e salviniana: lo Stato paghi 20mila euro a chi si sposa in chiesa. Altro che ‘libera Chiesa in libero Stato’, qui siamo ancora al Papa Re” ha twittato Mara Carfagna, presidente di Azione. “Con tutto il rispetto per i credenti e per chi sceglie di unirsi con una cerimonia religiosa, siamo uno Stato laico: il bonus proposto dalla Lega di 20.000 euro per chi si sposa in Chiesa è, per essere gentili, quanto meno inopportuno” il tweet di Raffaella Paita, capogruppo di Azione-Italia viva al Senato.  

“O è uno scherzo oppure siamo di fronte ad un uso propagandistico dell‘iniziativa legislativa. Così si mortifica questo importante strumento del lavoro parlamentare” ha dichiarato Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera. 

Per il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova “la detrazione delle spese sostenute per i matrimoni solo in chiesa, proposta dalla Lega, si inserisce nel filone dei bonus per qualsiasi cosa e, di per sé, non è così originale. A qualificarla nel solco reazionario della destra sovranista è il fatto che il beneficio andrebbe riservato a italiane e italiani da almeno dieci anni (e perché donne e uomini nati e cresciuti in Italia che ottengono la cittadinanza dopo i diciott’anni dovrebbero aspettarne altri dieci per sposarsi con il bonus?) e che scelgono il matrimonio religioso, ovviamente rigorosamente etero: una perla di analfabetismo costituzionale. Insomma, meglio della fascistissima tassa sul celibato, ma ce la possiamo risparmiare”. 

La proposta fatta oggi dalla Lega, ha detto Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay Lgbt+, solidale, ambientalista, liberale, “non rispetta la Costituzione. La Costituzione prevede che l’Italia sia uno stato laico e questo lo ricordiamo sia a Salvini che al Governo. Quanto proposto è inaccettabile e irrispettoso della Costituzione, pertanto ci auguriamo che questa proposta sia cancellata altrimenti attueremo tutte le azioni possibili per evitare che la proposta passi. Si tratta di una vera e propria interferenza inaccettabile verso la laicità dello Stato, i bonus non possono discriminare tra religiosi e laici”. Lo afferma Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay Lgbt+, solidale, ambientalista, liberale.