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Arrestato il tifoso ferito negli scontri sull’A1 tra ultras, oggi direttissima. Identificati oltre 180, un ottantina napoletani, un centinai romanisti tifosi

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Sono circa 180 gli identificati dalla Polizia tra i presunti tifosi, di Napoli e Roma, che ieri hanno dato vita a una guerriglia sull’A1. Si tratta di un’ottantina di partenopei e di un centinaio di romanisti. La loro posizione è al vaglio per accertarne eventuali responsabilita’.

Intanto la società presieduta da Aurelio De Laurentiis prende posizione condannando e invocando provvedimenti radicali dal titolare del Viminale, Matteo Piantedosi.

Interviene anche il sindacato di Polizia, SAP. “Quelli che ieri si sono scontrati sulla A1 non sono tifosi ma delinquenti al pari dei black bloc. Prima di tutto – sottolinea il segretario, Stefano Paoloni – dovrebbe essere necessario vietare a coloro che potrebbero essere dei potenziali facinorosi le trasferte, dopodiché bisognerebbe rendere ancora più afflittivo il Daspo sportivo. Non è possibile che per colpa di un centinaio di delinquenti possa essere messa a rischio l’incolumità di italiani in viaggio, così come è assurdo che una delle arterie autostradali più trafficate d’Italia venga bloccata per aggressioni del genere”.

Scontro fra tifosi ultras del Napoli e della Roma nell’autogrill Monte San Savino. Chiusa la A1, 15 Km per FirenzeRoma (domenica 8 gennai 2023)

Gravi disagi al traffico tra Monte San Savino e Arezzo per scontri tra tifoserie del Napoli e della Roma all’altezza dell’area di servizio di Badia Al Pino. Un tifoso giallorosso è rimasto ferito, è stato soccorso e portato all’ospedale di Arezzo.

Il ministro dei trasporti e vicepremier Salvini  ha avanzato la possibilità di chiudere gli stadi a queste persone. “Questi non sono tifosi. Autostrada chiusa e viaggiatori italiani bloccati? Paghino tutti i danni di tasca loro, e mai più allo stadio”.

Nella guerriglia fra tifosi napoletani e romanisti un ferito, in maniera non grave: si tratta di un ultras romanista che ha riportato una ferita da arma da taglio, è ricoverato in ospedale ad Arezzo e non è in pericolo di vita: è stato arrestato per rissa aggravata. Traffico autostradale dell’A1 in tilt per almeno un paio d’ore e chiuso in direzione nord per 50 minuti.

E’ questo il bilancio della domenica di follia all’altezza dell’area di servizio Badia al Pino in direzione nord.

Tutto inizia alle 13.30, quando – come spiegano le forze dell’ordine – “circa 350 tifosi del Napoli diretti a Genova, si sono fermati nell’area di servizio Badia al Pino direzione nord”. Come prassi, gli agenti hanno chiuso l’ingresso “all’area di servizio per impedire che un gruppo di tifosi romanisti di cui si era avuto notizia, in transito lungo lo stesso itinerario, potesse venire a contatto con la tifoseria partenopea”.

E invece i tifosi della Roma vengono a sapere della presenza degli ultrà del Napoli nell’area di servizio, e decidono di “fermarsi all’altezza dell’area di sosta mentre una parte della tifoseria del Napoli posizionatasi lungo la recinzione, ha iniziato un fitto lancio di oggetti contundenti verso le autovetture sulla carreggiata”.

Così è iniziata la guerriglia: “Entrambi i gruppi in brevi attimi si sono spostati all’altezza dell’uscita dell’autogrill e sono entrati in contatto per pochi minuti; un tifoso romanista è stato ferito con arma da taglio e risulta in codice giallo”.

Poi “i tifosi romanisti dopo circa 15 minuti sono ripartiti, mentre quelli napoletani sono rimasti nell’area di servizio e successivamente scortati fino a Genova da personale delle forze di polizia”.

Il traffico, dapprima interrotto sulla A1, è stato poi riattivato, ma permangono 15 km di coda in direzione di Firenze tra Monte San Savino e Arezzo. E’ quanto si ricava dal sito di Autostrade.

L’autogrill è lo stesso in cui è stato ucciso Gabriele Sandri nel 2007. Sul posto le pattuglie della polizia stradale sezione di Battifolle.

Sono da poco passate le 13 quando i supporter campani intravedono all’altezza del chilometro 364 i giallorossi: iniziano a lanciare sassi e bottiglie contro i pulmini, che non proseguono il viaggio ma si fermano sull’autostrada A1 nel tratto aretino. A piedi arrivano proprio a ridosso dell’area di servizio dove venne ucciso Sandri.

Testimoni hanno raccontato alle agenzie di stampa di tifosi incappucciati, vestiti di scuro, armati di bastoni e aste, che lanciavano oggetti e petardi.