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Messina Denaro, cugino: “Vivevo con la paura di una pallottola”

Adnkronos
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(Adnkronos) – “Oggi per me inizia la vita vera perché in questi ultimi anni ho tirato a resistere convivendo con la paura che in qualunque momento potesse arrivare una pallottola per la scelta che avevo fatto”. Giuseppe Cimarosa, cugino di Matteo Messina Denaro (la madre Rosa Filardo è cugina di primo grado dell’ex primula rossa mentre il padre Lorenzo Cimarosa collaborò con la giustizia negli ultimi anni di vita prima di morire nel 2017), non riesce ancora a credere alla notizia dell’arresto. Da anni lui e la sua madre hanno rinnegato il boss latitante, pur rimanendo a vivere nel suo feudo: Castelvetrano.  

“Quando stamattina ho sentito la notizia non ci ho creduto – racconta all’Adnkronos – poi con mia madre abbiamo capire che era vero e ci siamo messi a piangere di felicità. Oggi è una grande giornata per lo Stato, ma lo è anche per la mia famiglia. E’ una carezza sul cuore, è dare un senso a tutti i sacrifici, alla morte di mio padre, alla solitudine che abbiamo patito in questi anni”. Cimarosa ha patito sulla sua pelle il peso del suo ‘rinnego’, la “difficile convivenza sia con i familiari di Messina Denaro che ancora vivono a Castelvetrano sia con chi era dalla sua parte”. “Abbiamo rifiutato anche il programma di protezione – dice – e ci siamo cuciti addosso il tatuaggio del rischio”.  

“Dopo 30 anni di latitanza, avevo perso la speranza che lo potessero catturare – dice – Pensavo si sarebbe fatto prendere solo da morto, come il padre (Francesco Messina Denaro, ndr.). E, invece, oggi si chiude un cerchio, si fa giustizia”. Il pensiero di Cimarosa “va ai familiari delle tante vittime di questo criminale che oggi possono piangere i loro cari ma in maniera diversa”.  

La speranza è che Messina Denaro “inizi a collaborare, che possa raccontare tutti i segreti di cui è custode”. Ma è un “modo romantico” di vedere le cose. “Io non l’ho mai incontrato – afferma – ma dai racconti di lui che mi hanno fatto mia nonna e mia madre, non credo che sia una persona che cambi idea e che inizi a parlare”. Per quanto riguarda il suo arresto, avvenuto questa mattina alla clinica Maddalena di Palermo, Cimarosa non crede “sia stata una sua decisione”. “Penso che a causa della sua malattia sia stato costretto a esporsi. Quello che mi sembra strano – conclude – è che per un anno lui sia andato a farsi curare e nessuno fino ad oggi si sia accorto che era lui, nessuno lo ha riconosciuto”.