Home CRONACA Psichiatra aggredita a Pisa/Accusa di omicidio premeditato per Seung

Psichiatra aggredita a Pisa/Accusa di omicidio premeditato per Seung

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A seguito della morte della dottoressa Barbara Capovani, la Procura di Pisa ora cambierà il capo di imputazione contestato al presunto assassino, l’ex paziente psichiatrico Gianluca Paul Seung: da tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e lesioni gravissime nei confronti di un esercente professioni sanitarie, l’accusa diventerà di omicidio aggravato dalla premeditazione. Seung, 35 anni, si trova rinchiuso nel carcere ‘Don Bosco’ di Pisa dopo l’arresto avvenuto nella notte di domenica.

La dottoressa Capovani è morta ieri poco dopo le 23.40 di ieri, il decesso è avvenuto al termine della procedura di accertamento di morte cerebrale. Gli organi della psichiatra saranno donati, “assecondando in tal modo una sua espressa volontà che i familiari hanno condiviso”, hanno fatto sapere dall’Azienda ospedaliero-universitaria pisana. La Procura, con un atto del procuratore della Repubblica facenti funzioni Giovanni Porpora e del sostituto procuratore Lydia Pagnini, titolari del fascicolo di indagine, ha autorizzato le procedure di espianto.

“La morte di Barbara Capovani mi addolora profondamente, la violenza di cui è stata vittima è inaccettabile. Oggi è un giorno molto triste, ringrazio la famiglia per aver scelto di donare gli organi di Barbara e rivolgo a loro il mio personale e sentito cordoglio. La sicurezza di tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari mi sta particolarmente a cuore ed è per me una priorità su cui mi sono impegnato da subito. Insieme al ministro Piantedosi abbiamo aperto posti di polizia negli ospedali, con il decreto legge 34 abbiamo inasprito le pene e disposto la procedibilità d’ufficio per chi aggredisce personale sanitario e sociosanitario”, sottolinea in una nota il ministro della Salute Orazio Schillaci.

“Abbiamo anche avviato una forte campagna di sensibilizzazione per ricreare un rapporto di fiducia tra paziente e medico, perché è importante che i cittadini siano consapevoli che portare un camice bianco significa assicurare supporto, cura, aiuto. La vicenda della dottoressa Capovani – avverte il ministro – ci lascia tutti attoniti ma non deve farci sentire impotenti: sono pronto insieme a Ordini, Federazioni e Sindacati, anche nell’ambito dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza delle professioni sanitarie e sociosanitarie, a lavorare per individuare ogni altra strada percorribile e soluzioni utili a prevenire ogni genere di violenza e a garantire i massimi livelli di sicurezza per chi si prende cura della salute, fisica e mentale, dei cittadini”.