Ha aiutato la Giustizia italiana a smascherare dei ladri, ma non ha piu’ un lavoro, e da lunedi’ prossimo nemmeno piu’ una casa. Questa la storia triste e paradossale di Maxy Balasuriya, 41enne cittadino dello Sri Lanka in Italia dal 1997 e oggi residente a Firenze con sua moglie e tre figli di 19, 11 e 2 anni. Balasuriya e’ in Cassa integrazione da ottobre 2010: non ha ottenuto un contributo in conto affitto, e non e’entrato in graduatoria per una casa popolare.
Il caso e’ stato oggetto di una conferenza stampa del Sunia, stamani, a casa di Balasuriya nell’elegante Via Della Robbia: un umido e fatiscente bilocale al pianterreno, senza acqua calda per la rottura del boiler che la padrona di casa non ha mai provveduto a sostituire, ma per cui il cingalese doveva comunque pagare 790 euro al mese. Senza la casa, la famiglia rischia di dividersi: se gli assistenti sociali hanno trovato per moglie e figli una sistemazione presso la casa famiglia Santa Lucia, per Maxy ci sarebbe solo una sistemazione provvisoria presso l’albergo popolare. Nel 2008, come addetto alle pulizie di una cooperativa che lavorava per Ataf, l’azienda di trasporto pubblico locale di Firenze, aveva collaborato con la squadra mobile per svelare un caso di furto ripetuto di carburante dai bus del deposito di Viale dei Mille: a gennaio 2009 sei persone furono arrestate. Messo all’indice dai colleghi, minacciato, come riconoscimento per il contributo dato l’Ataf gli offri’ un posto a tempo indeterminato presso una societa’ controllata, la Opitec, che Balasuriya accetto’. Ma ben presto l’azienda entro’ in crisi, con problemi nel pagamento degli stipendi, fino alla decisione di Ataf di dismetterla e alla Cig per i lavoratori. ”Voglio solo trovare una soluzione per vivere insieme alla mia famiglia”, ha spiegato Maxy ai giornalisti. ”Cosa ci ha guadagnato – si e’ chiesto Rossano Rossi, segretario della Cgil di Firenze – a fare la persona onesta in Italia? E’ un brutto segnale, questo che diamo”. Il Sunia ha rivolto un appello al sindaco Matteo Renzi e al presidente di Ataf, Filippo Bonaccorsi, affinche’ l’onesto lavoratore cingalese possa avere di nuovo un lavoro e la possibilita’ di stare insieme alla sua famiglia.
Fonte Ansa