di Elisabetta Failla
Torna di nuovo un felice connubio. Quello fra la Collezione Roberto Casamonti e Felice Limosani, autore dell’installazione site-specific Pezzi di Pace creata dall’artista per la corte di Palazzo Bartolini Salimbeni, visibile al pubblico dal 22 settembre 2023 al 28 gennaio 2024.
Mella corte rinascimentale del palazzo si erge, fino all’altezza delle prime arcate, un obelisco puntato verso il cielo situato sopra uno scuro specchio d’acqua. Un’opera minimale ed elegante dove i materiali hanno un ruolo fondamentale. La superficie dell’obelisco è realizzata con una lamina d’acciaio altamente tecnologica che consente di riflettere l’ambiente e i visitatori stessi, cambiando lentamente prospettiva grazie al suo movimento rotatorio.
Felice Limosani ha ideato questa installazione su commissione di Roberto Casamonti. Un lavoro dove ogni limite concettuale e fisico viene assottigliato a favore di un’armonia visiva che integra e fa dialogare e accordare tutti gli elementi coinvolti; un’opera metafisica che crea un rapporto magnetico e di totale adesione con lo spettatore, accogliendolo fisicamente in un solenne canone ideale.
L’artista invita a riflettere i visitatori sul momento attuale, sul desiderio collettivo di Pace, condizione ambita ma costantemente disattesa per l’incapacità di sedare i conflitti, per la negazione dei diritti, a causa delle tensioni religiose ed etniche, e dei disastri ambientali. Pezzi di Pace, nell’intenzione dell’autore, è un segno, non ha niente di politico, siamo tutti chiamati a contribuire con un pezzetto alla pace attraverso la cultura, la conoscenza, l’educazione, la gentilezza, il rispetto reciproco, valori fondamentali alla sua realizzazione e l’arte è un mezzo.
Non a caso, come ha sottolineato Sonia Zampini direttrice della Collezione Roberto Casamonti e curatrice del progetto, Felice Limonsani ha scelto una forma antica, per questa narrazione, una forma che ripercorre la Storia, come quando l’esercito di Roma occupò l’Egitto e si portò via l’obelisco di Heliopolis, caro agli egizi. In quel caso fu sottratto qualcosa che, oltre a testimoniare la conquista, rappresentava l’identità culturale di quel luogo con tutte le implicazioni legate alla simbologia mitologica che rappresentava. Pezzi di Pace è un ideale congiungimento tra cielo e terra, tra dimensione umana e luogo delle idee; è un desiderio di completare e mettere in equilibrio gli opposti: noi e il mondo, noi e gli altri.
“Ho concepito l’opera Pezzi di Pace – dichiara Felice Limosani – come un’installazione che partendo dall’esperienza estetica si avvale di rimandi poetici, simbolici e metaforici. L’obelisco non è solo un monumento commemorativo, la cui etimologia riconduce al verbo latino monere (ricordare), ma in questo caso vuole essere un simbolo perentorio e assertivo. Si erige nello spazio come una annotazione visiva che senza radicarsi nella terra è sospeso su uno specchio d’acqua. La sua condizione statica quanto estatica rappresenta l’equilibrio tra concretezza e sogno. La rotazione allude al processo continuo ed evolutivo della vita, mescolando riflessi e prospettive, verità e percezione. Simultaneamente l’acciaio, ci parla di forza e resistenza, valori universali che determinano la crescita e lo sviluppo di ogni condizione vivente. Nella superficie levigata e specchiante dell’opera si riflette la realtà e con essa anche l’auspicio alla pace, come condizione che persiste, sempre in atto, sottesa nelle nostre coscienze e nei nostri gesti.”
“Sono andato a trovare Felice Limosani al suo studio. – racconta Roberto Casamonti – Ho trovato nei suoi lavori una grande tecnica e una grande abilità ma anche una grande visionarietà intrisa di pensiero e poesia. Considero Limosani un bravissimo artista, un artista vero, ed è mia intenzione rappresentarlo a tutti gli effetti nel mondo dell’arte.
Sono rimasto molto affascinato dal progetto che Felice e Sonia hanno elaborato insieme per Palazzo Bartolini Salimbeni. L’obelisco è un simbolo, carico di storia, perfetto per questo luogo, ha un potere quasi ipnotico. Pezzi di Pace è un titolo evocativo, in un periodo storico così buio, dominato da guerre, disastri ambientali e ingiustizie sociali. Vorrei, con questa opera, contribuire, nel nostro piccolo, a far sì che la pace possa compiersi in tutte le sue dimensioni per noi e per le generazioni future.”
L’installazione sarà visibile fino al 28 gennaio 2024, secondo i giorni e gli orari di apertura della Collezione.