È stato trovato nella tarda mattinata di oggi, martedì 10 Dicembre, il corpo dell’ultimo disperso nel disastro che ieri ha colpito il sito Eni di Calenzano, con l’esplosione e l’incendio nell’area carico dei carburanti. Il bilancio dei morti sale dunque ufficialmente a 5 vittime.
Le ricerche di questa mattina si erano aperte col rinvenimento dei corpi di due dei tre dispersi. Mancava l’ultimo, individuato però nella tarda mattinata. Per l’ufficialità sull’identità delle vittime, occorrerà attendere il test del Dna, ma i nomi, purtroppo, sono ormai noti: si tratta di tre autotrasportatori toscani, ovvero Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso e Davide Baronti, e due addetti alla manutenzione, cioè Gerardo Pepe e Franco Cirelli, entrambi originari della Basilicata. Al momento, è stato identificato ufficialmente soltanto Martinelli.
Da quanto emerge, inoltre, pochi secondi prima della deflagrazione un operatore avrebbe dato l’allarme, mentre era in corso un rifornimento. Ciò, comunque, non è necessariamente la causa dell’esplosione.
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Infine, la Procura ha nominato cinque professionisti, tra i quali Roberto Vassale e Renzo Cabrino, entrambi già impegnati come periti per la strage di Capaci, che saranno consulenti e si occuperanno, nello specifico, di ricostruire le cause dell’esplosione.
LA CONDIZIONE DEI FERITI
Intanto evolve la condizione dei feriti, due dei quali versano in condizioni gravissime e si trovano ricoverati nel Centro grandi ustionati dell’ospedale pisano di Cisanello. Un altro ferito in serie condizioni si trova invece nel reparto di subintensiva dell’ospedale di Careggi a Firenze. Tutti sono valutati come codici rossi.
In particolare, per i due ricoverati in terapia intensiva del Centro grandi ustionati, il quadro clinico appare molto serio. Per entrambi, i medici mantengono la prognosi riservata.
Altri quattro dei ricoverati a Careggi sono stati dimessi, mentre gli ospedali di Prato, Torregalli, Santissima Annunziata di Ponte a Niccheri ed Empoli hanno prestato soccorso nella giornata di ieri ad almeno 21 altri feriti, anche loro già dimessi. “Continuiamo a seguire con attenzione la vicenda – ha commentato il presidente della Toscana Eugenio Giani – la Regione è impegnata in tutte le sue articolazioni, a partire dal suo sistema sanitario”.
La nota di Eni
Nel pomeriggio di oggi, inoltre, Eni ha chiarito la propria posizione in una nota. “Eni conferma che sta collaborando strettamente con l’autorità giudiziaria per individuare quanto prima, in modo rigoroso tramite le opportune e approfondite verifiche tecniche, le cause reali dell’esplosione – si legge – delle quali è assolutamente prematuro ipotizzare la natura“.
“La società desidera esprimere nuovamente la propria vicinanza alle famiglie delle persone decedute e alle persone ferite o comunque coinvolte – hanno concluso – ogni informazione di dettaglio sarà messa a disposizione da Eni alle autorità giudiziarie che stanno conducendo le indagini, anche a salvaguardia del segreto investigativo”.
Il cordoglio del Consiglio regionale
Seduta sospesa e, nella mattinata di domani, mercoledì 11 Dicembre, durante il lutto regionale, una delegazione del Consiglio regionale della Toscana sarà alla raffineria di Calenzano per portare il cordoglio dell’assemblea.
“Un’altra tragedia che tocca la Toscana – ha detto il presidente Antonio Mazzeo – non dobbiamo abbassare la guardia: ogni qualvolta accade un fatto come questo e un uomo o una donna perdono la vita sul lavoro nessuno di noi si può sentire lontano e nessuno di noi si può sentire non responsabile. Servono misure e fatti concreti per la sicurezza nei luoghi di lavoro e collaborazione tra istituzioni ed enti locali”.
“Questo è il momento del cordoglio e della riflessione – ha detto Irene Galletti, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle – l’impianto è lì dagli anni Sessanta, ma il tessuto economico e urbano è cambiato: occorre una riflessione alla luce della normativa Seveso e delle modifiche, anche a livello tecnologico, riguardo allo sviluppo dell’industria. In questo momento dobbiamo ragionare in termini di prevenzione: questo ci impone di rivedere il nostro territorio e il suo tessuto urbano“.
“Avevamo espresso la volontà di non essere presenti perché riteniamo che ci siano dei limiti invalicabili e non è solo per una questione di rispetto del dolore delle vittime e dei lori famigliari, ma anche perché ci sono questioni che non si possono affrontare oggi e devono essere rinviate a dopo l’emergenza, dopo aver raccolto maggiori elementi – ha specificato Vittorio Fantozzi di Fratelli d’Italia – riguardo al nostro dovere, noi siamo un organo di rappresentanza e non dovremmo essere qui per dare battaglia su provvedimenti meramente di ordine politico”.
Minuto di silenzio al Senato
Anche al Senato della Repubblica è stato osservato un minuto di silenzio per le 5 vittime e per i disastro avvenuto a Calenzano. “Voglio ringraziare tutti i soccorritori che si sono subito attivati per portare in salvo i feriti e mettere in sicurezza l’area – ha detto Ignazio La Russa, presidente del Senato – sono certo che quest’aula saprà individuare ogni possibile forma di impegno legislativo e anche non legislativo, per dare il proprio contributo al contrasto dell’inaccettabile piaga degli incidenti sui luoghi di lavoro“.