Riparare l’aorta con una puntura all’inguine e un taglietto al collo di appena tre centimetri: è successo in Toscana per la prima volta al mondo, grazie ad uno straordinario intervento effettuato dall’Aortic Team della Fondazione Monasterio in collaborazione con la Asl Toscana Nord Ovest.
All’Ospedale del Cuore di Massa è stata impiantata una endoprotesi di nuova generazione con una procedura mai utilizzata prima: l’impianto straordinario è avvenuto, nel rispetto della filosofia operatoria di Monasterio, con approccio mini-invasivo.
Intervento senza torace aperto e circolazione extracorporea
Grazie alla dotazione tecnologica della sala ibrida dell’Ospedale del Cuore è stato invece possibile “riparare” l’aorta utilizzando per la prima volta al mondo una procedura mini invasiva, ideata e applicata dai professionisti di Monasterio, in collaborazione con i colleghi dell’ Usl Toscana Nord Ovest.
“L’eccezionalità della tecnica e l’unicità della procedura – sottolinea in una nota la Fondazione Monasterio – sono confermate dall’attenzione riservata al caso dalla rivista scientifica Interdisciplinary Cardiovascular and Thoracic Surgery di Oxford che ha recentemente pubblicato un articolo sull’applicazione della procedura”.
Un doppio risultato quindi per l’Aortic Team di Monasterio, un gruppo multidisciplinare che si occupa dell’aorta a 360 gradi, in strettissima collaborazione con il BioCardioLab, laboratorio dedicato allo studio della biomeccanica dell’arteria con specifici banchi prova e software per lo studio della patologia aortica.
I dottori dell’Aortic Team
Ad eseguire l’intervento, i dottori Antonio Rizza, Michele Murzi, Cataldo Palmieri, Silvia Di Sibio e Giovanni Credi, responsabile della Chirurgia vascolare dell’ospedale Apuane.
“Da tempo, noi professionisti dell’Aortic Team – spiega il dottor Michele Murzi – stavamo studiando l’applicazione di questa nuova procedura. Valutato attentamente il caso della paziente, abbiamo constatato che presentava tutte le caratteristiche cliniche ed anatomiche per eseguire in massima sicurezza l’intervento evitandole l’apertura dello sterno, con conseguente ferita, e permettendole, in tempi più rapidi, il ritorno ad una vita normale. Un intervento innovativo, reso possibile dalla stretta collaborazione tra professionisti e dalla grande dotazione tecnologica di Monasterio”.
“La filosofia dell’Aortic Team di Monasterio – prosegue il dottor Antonio Rizza – è da sempre quella di minimizzare l’invasività, garantendo procedure sicure ed efficaci per i pazienti affetti da gravi patologie dell’aorta. Nel caso della paziente, grazie alla sala ibrida e alla stretta collaborazione tra le varie figure coinvolte, è stato eseguito per la prima volta questo tipo di interventoche ci auguriamo possa rappresentare uno spartiacque nella terapia della patologia aortica”.