di Elisabetta Failla
Per Fuori di Taste abbiamo partecipato ad una degustazione sensoriale del gin Silent Pool, un London Dry ultra premium prodotto nella zona Guilford tra le dolci colline del Surrey. La degustazione, curata da Antonio Franzese, UK Brand Ambassador di questo gin, si è tenuta nella bellissima suite sopra il ristorante Golden View con una terrazza a picco sul Ponte Vecchio e da cui si può ammirare una vista bellissima.
La storia di Silent Pool Distillers inizia nel 2013, quando tre amici decidono di produrre un gin che rispecchiasse il territorio del Surrey. Un lavoro lungo sia per la ricerca delle botaniche completamente autoctone ama che per quei dettagli che fanno di Silent Pool un gin unico nel suo genere.
Iniziamo dal nome, decisamente singolare, che si riferisce ad un laghetto molto speciale, che si chiama Silent Pool, e che, come la distilleria, si trova nella proprietà del Duca di Northumberland, uno dei pari del Regno Unito che dal 1551 ha contribuito per secoli alla sua storia.
Perché questo lago è così particolare? Perché si tratta di una piscina glaciale che si riempie con acqua piovana. Non solo. Il fondo è formato da strati di gesso dalle cui crepe fuoriesce dell’ossigeno che purifica l’acqua. Inoltre il suo colore è davvero particolare e i suoi creatori hanno voluto riprenderlo per la bottiglia, di un bel colore azzurro verde (simile al Tiffany), dove sopra sono riportate dei ramage in onore delle botaniche del gin che riprendono i colori del territorio e del rame dell’alambicco con cui il gin viene distillato.
Ci sono voluti 2 anni e tantissime ricette prima di arrivare a quella definitiva. Il lancio di questo gin è avvenuto nel 2016, esclusivamente nel Surrey, e ha ottenuto un successo che ha superato ogni previsione.
Il gin Silent Pool è un London Dry ed è l’unico ad essere prodotto con ben 24 botaniche autoctone che vengono inserite durante le quattro fasi della produzione. La prima è la macerazione dove vengono utilizzate le botaniche più aggressive come le bacche di ginepro bosniache, semi di coriandolo, spezie e liquirizia che vengono lasciate a macerare per 24 ore prima di essere diluite nell’acqua. La seconda fase è l’infusione di botaniche utilizzate sono più floreali come camomilla, rosa e lavanda.
La terza fase è la distillazione. I due liquidi vengono distillati ma prima si aggiunge in un contenitore messo nel collo dell’alambicco altre botaniche insieme al bergamotto, alla pera fresca, scorza d’arancia, lime e al miele prodotto da Sergio, italiano che fa l’apicoltore nel Surrey, che dona al gin corposità, caratteristica decisamente inusuale per il gin ma estremamente interessante.
Lo abbiamo degustato sia liscio, dove abbiamo apprezzato le sue caratteristiche organolettiche, che come cocktail dal classico Gin Tonic, al Negroni ed è davvero sorprendente. Decisamente particolare la corposità di questo gin che rimane anche qiuando viene utilizzato nella mixology.
Dopo la degustazione abbiamo partecipato ad una cena al Golden View dove i cocktail a base del gin Silent Pool sono stati abbinati ai piatti dello chef Andrea Candito. Abbiamo iniziato con una piacevolissima ostrica al carbone, scalogno, aceto di Villa Calcinaia e finocchietto selvatico e Capasanta, carciofi, topinambur, tartufo e alloro abbinati a Silent Pool Martini. Abbiamo proseguito con un gustoso risotto, ragù di lepre, melograno, provolone del monaco Dop e finocchietto e, per secondo, con petto d’anatra, carote, arancia, aglio nero e dragoncello abbinati a Silent Pool Negroni. Infine, per dessert, abbiamo gustato un meraviglioso Lingotto, cioccolato fondente, mandarino e peperoncino abbinato a Bee’s Knees Gimlet, un cocktail a base di gin, succo di limone e miele. È stata una cena davvero ottima grazie alla creatività dello chef con piatti che ben si sono abbinati ai cocktail che hanno esaltato le peculiarità del gin Silent Pool.




